"E’ giusto che i colleghi siano indignati per come sta andando con le ricette dematerializzate e con il fatto che per il rinnovo del nomenclatore non siano stati avvertiti per tempo. Una situazione che rende difficile lavorare e anche fornire spiegazioni agli assistiti, che hanno nei medici di famiglia i loro interlocutori col servizio sanitario pubblico. Ma mi preme sottolineare che parlare di sciopero, riferendosi all’atto di protesta organizzato per stamani alle 12,30 da alcuni colleghi, che si asterranno dal lavoro per dieci minuti, non è corretto. Lo sciopero vero e proprio viene indetto da una sigla sindacale e con altre modalità".
Alessandro Benelli, segretario provinciale della Fimmg (Federazione medici di medicina generale) parla chiaro sul caos ricette dematerializzate. "Una situazione di cui, come sindacato, ci siamo fatti carico già da tempo, come ho avuto modo di scrivere in una lettera inviata ai nostri associati l’8 novembre scorso – spiega – Siamo certi che lavorare così è impossibile per i continui blocchi sul sistema informatico che dovrebbe permettere ai medici di famiglia di inviare le ricette sia dei farmaci che degli esami per via telematica ai propri assistiti. Un disagio non solo per i più anziani costretti a venire a prendere le ricette in ambulatorio, ma anche per i medici stessi che devono ripetere le ricette più e più volte. Medici che poi debbono anche fare fronte anche alle proteste dei cittadini, quando li imputano di non aver inviato le ricette". Insomma "cerchiamo di fare capire agli assistiti che il problema non è dovuto a nostri errori, comprendiamo le loro lamentele , ma noi siamo ’vittime’ – sottolinea nella lettera il segretario Fimmg – perché da tempo questo disservizio condiziona il nostro lavoro". Come sindacato, Benelli fa sapere "che ci si sta muovendo a vari livelli, sia nazionale con la Sogei sia regionale anche con il supporto del segretario regionale Niccolò Biancalani".
Al problema delle ricette dematerializzate che non partono, si aggiunge un ulteriore questione: quella delle ricette rosse.
"Queste ultime, sebbene siano uniche ad avere valore medico legale – spiega Benelli – pongono un altro problema: erroneamente, vengono spesso rifiutate dagli operatori Cup con la giustificazione che solo le ’ricette dema’ possono essere utilizzate per le prenotazioni. Il motivo? Semplice. Sta nel fatto che l’operatore deve inserire manualmente i dati delle ricette rosse a differenza delle altre".
Al disagio già preesistente ormai da mesi con un sistema che va in tilt almeno una o due volte a settimana, nel fine settimana si è aggiunto anche il rinnovo del prontuario regionale con l’aggiornamento del nomenclatore e con prestazioni cambiate senza essere più previste dai Lea, Livelli essenziali di assistenza. Ciò ha comportato ulteriori rallentamenti da parte dei medici nella compilazione di richieste, in cui debbono inserire altre voci, tipo per certi esami ematoclinici o sulla diagnostica pesante". Anche su questo fronte la Fimmg si è già mossa. "Ci stiamo interessando oltre a segnalare i disagi – dice Benelli – Si tratta di un errore al quale stanno già mettendo mano per porre rimedio". Non ultimo, Benelli segnala l’aggiornamento in corso del sistema Windows che ha sballato le certificazioni.
Un periodo "no" per il mondo della medicina generale che, stufa, ha deciso di inscenare un atto di protesta forte stamani alle 12,30. Promossa da Prato ed in particolare da Rosanna Sciumbata, medico di famiglia e presidente della commissione comunale 5, si concretizzerà con un’astensione dal rispondere al telefono, visitare o ricevere pazienti, prescrivere farmaci o esami diagnostici dalle 12,30 alle 12,40.
"C’è del malumore in giro ed è normale – prosegue Benelli – per via di disagi non indifferenti per i medici che sono ’vittime’ di un sistema utile, ma troppo spesso labile. Come Fimmg stiamo sollecitando a tutti i livelli affinché si trovi una risposta concreta ed una soluzione".
Infine, il segretario pratese di Fimmg torna sull’atto di protesta di oggi da parte di numerosi dottori.
"Sottolineo ancora che è giusto che ci sia indignazione per le condizioni impossibili in cui ci troviamo ad operare – conclude – Agli iscritti Fimmg ribadisco che il sindacato non ha indetto alcuno sciopero, ma si tratta di una forma di protesta condivisibile".
Sara Bessi