"Non è giustificabile lavorare alla giornata. Noi medici non possiamo arrivare di mattina in ambulatorio con il timore che il sistema per le ricette dematerializzate e le richieste non funzioni. La protesta simbolica di oggi (ieri, ndr) con la pausa di dieci minuti dalle attività lavorative ha voluto essere una sollecitazione ed una provocazione forte perché si prenda sul serio il disservizio con il quale da tempo siamo costretti a confrontarci, con evidenti disagi anche sugli assistiti". Rosanna Sciumbata, medico di medicina generale e presidente della commissione consiliare 5, è stata tra le promotrici della protesta dei medici di famiglia che difficilmente riescono a lavorare per via del sistema delle ricette dematerializzate spesso in tilt e fuori uso.
Ieri mattina i medici dell’Aft- Aggregazione funzionale territoriale di Prato Sud, i dottori di altre 4 Aft pratesi, alcuni di Pistoia, altri di Empoli e di Firenze, hanno aderito alla ’pausa’ dal lavoro per richiamare l’attenzione su un disservizio che non trova ancora una soluzione. Soprattutto se si pensa che con l’anno nuovo è previsto il passaggio definitivo dalle ricette rosse a quelle dematerializzate.
"Quei dieci minuti sono stati importanti perché ci siamo sentiti tra di noi per fare il punto della situazione – prosegue Sciumbata – Se qualcuno aveva in ambulatorio un paziente, è stata l’occasione per spiegare quanto sta accadendo, facendo chiarezza sul fatto che se le ricette dematerializzate non partono non è per colpa di noi medici".
Negli ambulatori i medici hanno affisso un cartello: "In poche frasi abbiamo riassunto le difficoltà che incontriamo ogni giorno", dice Sciumbata che ha un cruccio. "Aspettiamo da mesi una risposta da Andrea Belardinelli, responsabile del settore Sanità digitale e innovazione in Regione di prendere parte ad una seduta della commissione 5. Ciò che chiediamo è chiarezza: se le cose non vanno, che ci sia ufficialità nella descrizione del problema e le soluzioni".
Sui disservizi nell’emissione delle ricette elettroniche, l’assessore regionale Simone Bezzini ha scritto al presidente della Commissione salute della Conferenza delle Regioni chiedendo un colloquio urgente con i responsabili della società Sogei, partecipata dal Mef. "In meno di un mese il sistema nazionale di Sogei si è bloccato sette volte – dice l’assessore – Disservizi che hanno causato sovraccarichi anche sui sistemi regionali, sui quali siamo intervenuti subito. Tuttavia non è stato sempre possibile evitare che si verificassero gravi disagi, sia per i medici che per i loro assistiti".
Sara Bessi