
L’Ostensione straordinaria officiata dal vescovo Nerbini. La sindaca: "Le tradizioni sono le nostre radici"
PRATO
Il Capodanno dell’Annunciazione ha portato applausi in centro storico. Grande partecipazione ieri, infatti, per l’edizione 2025 della festa, istituita dal Consiglio regionale per commemorare il tradizionale Capodanno toscano che, fino al 1749, cadeva il 25 marzo in concomitanza con la festa dell’Annunciazione. La grande manifestazione di piazza – slittata di una settimana rispetto a quanto programmato a causa del maltempo – ha richiamato molte persone che hanno affollato le strade e le piazze del centro per ammirare e applaudire gli oltre 1.500 figuranti di 55 gruppi storici provenienti da ogni parte della Toscana per portare un messaggio di buon auspicio attraverso i loro costumi, i loro colori, la loro storia. Alla testa del corteo cadenzato dai tamburi del Corpo dei valletti comunali, il gonfalone del Comune con la sindaca Ilaria Bugetti, la giunta e una rappresentanza del consiglio. Presente anche il presidente della Regione, Eugenio Giani.
"Questo evento, che abbiamo ospitato con grande piacere e per il quale ringraziamo la Regione, ha intrecciato la storia toscana con la nostra, le tradizioni di tante città toscane con le nostre. Tradizione e fede. Potere spirituale e potere temporale che tengono insieme il passato e il presente per dare forza alle nostre radici in modo che continuino a dare frutti anche nel futuro e a farci sentire sempre orgogliosi. E’ quel senso di appartenenza a un territorio che non ci abbandona mai, neanche quando siamo lontani".
Al termine della sfilata in piazza Duomo, si è tenuta l’Ostensione della sacra cintola è stata esposta alla venerazione dal vescovo di Prato Giovanni Nerbini per tre volte dal pulpito realizzato da Donatello sulla facciata esterna della cattedrale e per tre volte dal balcone interno, detto del Ghirlandaio. Ogni volta che la reliquia mariana viene estratta dallo scrigno posto sotto l’altare della Cappella a lei dedicata, deve essere redatto un documento alla presenza di alcuni testimoni. Erano presenti la sindaca Ilaria Bugetti, il presidente della Regione Eugenio Giani, la presidente del Comitato per le rievocazioni storiche della Toscana Roberta Benini, Tiziana Giagnoni, del Comitato dei gruppi di rievocazione della provincia di Prato, e Bertilla Venco, storica volontaria del Centro di Aiuto alla Vita. "Attraverso questa ostensione straordinaria del sacro cingolo chiediamo a Maria, che rappresenta la scintilla iniziale – ha detto il vescovo Nerbini sul sagrato della cattedrale prima di officiare il rito – di aiutarci ad essere autentici e creativi, ricchi ma non chiusi nel passato proiettati invece verso il futuro. A lei che ha condiviso con il figlio l’amore per i fratelli, i piccoli, i poveri chiediamo di ispirarci sentimenti di giustizia; da lei regina della pace vogliamo assumere e gettare nei nostri gesti e parole semi di mitezza, tolleranza, accoglienza e di pace". Sottolineando come l’esperienza cristiana abbia influenzato e arricchito ogni aspetto della vita dell’uomo, monsignor Nerbini ha ricordato che qualche anno fa la comunità europea, "in un rigurgito di ambiguo e vuoto egualitarismo, aveva deciso e tentato di azzerare alcune date di questa storia bimillenaria ribattezzando il Natale: la festa d’inverno. Il fatto poi rientrato ci dice il rischio che tutte la nostra cultura con le sue ricorrenze, la nostra intera identità e storia possano diventare un contenitore vuoto senza più valori, senza un’anima, senza collante, privo di senso e di significati che continuino ad ispirare".
L’ultima ostensione straordinaria della Sacra Cintola era stata officiata 5 anni fa, il 19 marzo 2020, in piena pandemia, per affidare la città di Prato a Maria in un periodo così difficile.
E.D.