La scossa di Bruzzone ai ragazzi: "Così si riconosce la violenza"

Studenti pratesi affrontano violenza di genere con criminologa Roberta Bruzzone. Incontro organizzato da Centro antidiscriminazione e associazione "Senza veli sulla lingua". Impegno della Provincia per cambiamento culturale.

La scossa di Bruzzone ai ragazzi: "Così si riconosce  la violenza"

La criminologa Bruzzone al Terminale

Al Terminale e in collegamento con la pagina Fb della Provincia gli studenti di Dagomari, Gramsci-Keyens e Leonardo da Vinci ieri hanno incontrato la psicologa e criminologa Roberta Bruzzone. Per imparare a riconoscere e contrastare la violenza di genere. L’iniziativa è stata organizzata dal Centro antidiscriminazione Prato e dall’associazione "Senza veli sulla lingua". A moderare l’incontro Patrizia Scotto di Santolo, vicepresidente nazionale dell’associazione. La criminologa, senza giri di parole e con forza comunicativa "da bulldozer" come lei stessa ha dichiarato, è arrivata come una scossa agli studenti e agli insegnanti. Subito al punto: "I peggiori nemici delle donne sono gli stereotipi di genere che imprigionano in certi ruoli precisi, talmente penetrati nella società che le stesse donne si convincono di doverli rispettare". Bruzzone ha invitato ripetutamente a svegliarsi dai sogni che possono catturare soprattutto le giovanissime, sogni che poi si sgretolano pericolosamente, quando si scopre che il controllo esercitato dal fidanzato e scambiato per amore, era solo controllo. "Allora - ha insistito - c’è da allontanarsi senza guardare indietro senza pensarci più, libere, scampate al pericolo". Tanti i riferimenti alla cronaca come i casi di Giulia Cecchettin e Giulia Tramontano. "I loro assassini – ha sottolineato - sono narcisisti patologici, manipolatori". Ma come riconoscerli? La criminologa ha fatto riferimento al suo libro "Io non ci sto più. Consigli pratici per riconoscere un manipolatore affettivo e liberarsene" nel quale ha inserito anche una griglia di 124 indicatori utili per riconoscere se il proprio compagno, ma anche un amico, un collega o un parente è un manipolatore affettivo. Comportamenti ("lui è troppo buono, troppo devoto...) e frasi tipiche ("nessuno ti amerà come me") da riconoscere in tempo, per allontanarsi e salvarsi. Gli studenti hanno mostrando un’incoraggiante attenzione verso il tema della violenza di genere. All’incontro hanno preso parte anche il presidente della Provincia Simone Calamai e la consigliera provinciale di parità, Irene Romoli. "L’incontro con Bruzzone ha offerto un contributo significativo su un tema che la Provincia affronta con impegno da anni, in particolare con i ragazzi, per contribuire a un cambiamento culturale e sociale necessario", ha detto Calamai.

Marilena Chiti