REDAZIONE PRATO

La sfida dei rifiuti. Bisogna smaltire 50mila tonnellate. Ma è rebus discariche

Alia: "Servirà un mese e mezzo per liberare le strade dalla spazzatura". Più lunghi i tempi per l’eliminazione, perché gli impianti non bastano.

La sfida dei rifiuti. Bisogna smaltire 50mila tonnellate. Ma è rebus discariche

È corsa contro il tempo. Un mese e mezzo circa è quanto servivirà ad Alia per ripulire la città dai rifiuti che al momento sono accumulati in gran parte delle strade cittadine e nelle aree di stoccaggio provvisorie individuate dal Comune. Oltre 900 le arterie divenute discariche in seguito all’ondata di maltempo che ha messo in ginocchio le province di Prato e Firenze. Più di 45.000 le utenze coinvolte. La stima è di 100.000 tonnellate di rifiuti da recuperare e smaltire, di queste poco meno di 50.000 solo su Prato. I numeri sono da capogiro e il tempo non è un alleato: il calendario corre, tra 46 giorni sarà Natale e la scommessa è ripulire tutto.

Le forze in campo sono eccezionali, in aiuto di Alia stanno arrivando anche gli uomini e i mezzi di Hera e Etra, colossi dei rifiuti dell’Emilia Romagna e del Veneto oltre a ditte più piccole, anche private. L’auspicio è che nei prossimi giorni possano arrivare in supporto almeno trenta mezzi da impiegare nella pulizia delle strade diventate discariche. In campo ci sono attualmente 52 camion con ragno, 22 mezzi con vasche da 3,5 tonnellate, 50 equipaggi dedicati alla rimozione dei rifiuti ingombranti: per avere un’idea del lavoro, alla discarica di via Paronese in un solo giorno sono state conferite oltre 520 tonnellate di materiali. Una corsa contro il tempo appunto, tanto che a Campi Bisenzio Alia ha deciso, in via sperimentale, di lavorare la notte per aumentare la capacità di ritiro. Un piano eccezionale che potrebbe essere replicato anche su Prato.

"Stiamo mettendo in campo il massimo – interviene Nicola Ciolini, vicepresidente di Alia Multiutility –. Vorrei ringraziare gli uomini e le donne che in questi giorni stanno dando tutto per riportare la situazione il più presto possibile alla normalità. Persone che sono state colpite dall’alluvione e che nonostante tutto sono al lavoro a fare il loro dovere dando una grande dimostrazione della capacità operativa dell’azienda".

Se il recupero dei rifiuti dalle strade è un problema, il tema delle discariche è altrettanto importante. La Toscana non ha impianti, una questione spinosa e più volte dibattuta che adesso diventa emergenza. L’impianto di Case Passerini, in cui vengono trattate circa 80.000 tonnellate all’anno di rifiuti urbani, è stato completamente allagato e al momento non è accessibile così come l’inceneritore di Montale (che può ricevere da Alia 50.000 tonnellate l’anno) è inutilizzabile. Restano le due grandi discariche di Livorno e Peccioli, ma al momento per cavilli burocratici non è ancora certa la quantità di rifiuti che verranno accettati.

Un tema al centro dell’agenda della Regione, in via di soluzione in questi giorni, ma ancora incerto. Sicuramente la Toscana senza impianti e discariche dovrà dirottare parte dei residui fuori dai confini dall’Ato Centro. Un tema che, se non nell’immediato dell’emergenza, dovrà poi trovare soluzioni stabili.

Per quanto riguarda le zone non alluvionate Alia tenta di garantire la regolarità dei servizi quotidiani, ma sottolinea che "per quanto riguarda l’ordinario ritiro degli ingombranti tramite appuntamento, il ritmo consueto (che prevede un’attesa media di quattro giorni) potrebbe subire ritardi, per i quali si chiede la comprensione dei cittadini".

Silvia Bini