
Tre gol subiti nel giro dei primi otto minuti di gioco, quattro alla fine della partita. Una squadra che, sostanzialmente,...
Tre gol subiti nel giro dei primi otto minuti di gioco, quattro alla fine della partita. Una squadra che, sostanzialmente, neanche è scesa in campo nel primo tempo mostrandosi arrendevole e completamente inerme di fronte allo strapotere della capolista Forlì, presentatasi al Lungobisenzio con la ferrea volontà di riprendersi il primo posto in classifica, sfuggitole momentaneamente dopo il rocambolesco successo del Ravenna ai danni della Zenith. Quella subita contro i biancorossi rappresenta una figuraccia per il Prato che ci si ricorderà a lungo. Anche perché non capita spesso di vedere una formazione ospite segnare quattro reti ai biancazzurri in casa. In realtà, pure nella stagione scorsa i lanieri incassarono un pesantissimo 0-4 interno per mano del Sant’Angelo, anche se in quel caso arrivarono due gol per tempo. Andando ancora più indietro negli anni, e in particolare quando il Prato militava in Serie C, ecco un 4-1 in favore del Piacenza nel 2017 e un ko per 5-2 contro la Carrarese, sempre nel 2017. Per la truppa allenata da Marco Mariotti, resta soprattutto la macchia di quell’avvio da incubo, che di fatto ha reso i restanti 80 minuti una lunga agonia per squadra e tifosi. L’unico aspetto positivo di una domenica da cancellare in fretta è il vantaggio immutato sulla zona playout. I biancazzurri mantengono sei lunghezze di margine, da difendere nelle ultime sette giornate del girone D di Serie D. Adesso il campionato vivrà una sosta di due settimane, con la ripresa delle gare ufficiali che è fissata per domenica 23 marzo, quando i lanieri saranno di scena a Riccione contro la terz’ultima forza della graduatoria, in piena lotta per evitare la retrocessione diretta. In palio ci saranno punti pesanti in chiave salvezza, ma anche qualcosa di più. Già, perché da questo Prato ci si attenderà una reazione d’orgoglio. L’obiettivo, oltre che la difesa della categoria, sarà quello di onorare la maglia da qui al termine di un’altra annata contraddistinta da tantissime delusioni e quasi nessuna soddisfazione.
Francesco Bocchini