SARA BESSI
Cronaca

La stagione delle allergie. Non solo starnuti e asma: si affacciano l’orticaria e l’esofagite eosinofila

Farsi (Asl): " Il trend mondiale della patologie allergiche è in aumento. “L’inquinamento ha un ruolo fondamentale”

Allergia

Prato, 12 aprile 2023 – La stagione delle allergie è ufficialmente aperta con l’impollinazione del cipresso avviata fra febbraio ed inizio marzo. Stando ad alcuni recenti studi c’è una interazione fra polline ed inquinamento: certe volte un allergico su tre potrebbe non esserlo davvero, ma manifestare tutti i sintomi quali rinite e tosse.

"La concentrazione dei pollini è sovrapponibile agli anni precedenti - spiega il dottor Alessandro Farsi, direttore di allergologia ed immunologia dell’ospedale Santo Stefano - ma l’inquinamento ha un ruolo fondamentale sia perché ha un aspetto peggiorativo dei sintomi sia perché è stato dimostrato che può aumentare l’allerginicità di certi pollini, agendo sulle mucose sia a livello nasale che bronchiale, stimolando l’infiammazione".

Dal cipresso all’impollinazione di betulacee, nocciolo, leccio, quercia, faggio fino ad entrare nei mesi della parietaria e delle graminacee. Il trend delle patologie allergiche e dell’asma è in aumento: in tutto il mondo si va verso la soglia dei 400milioni di asmatici entro il 2025, secondo l’Oms.

"A Prato facciamo 30mila visite all’anno, la rinite allergica si attesta intorno al 20% rispetto alla popolazione generale e gli asmatici seguiti nei nostri ambulatori sono tra i 2.500 ed i 3.000 di cui il 5-7% affetti da asma grave e seguiti nell’ambulatorio dedicato. Per questi pazienti sono disponibili anche farmaci biologici, che sono dei monoclonali", aggiunge Farsi. La pandemia ha lasciato strascichi in ambito immunologico?

"Dopo il Covid riscontriamo un aumento di orticarie croniche, che si chiamano così quando superano le 6 settimane di presenza. Una patologia che forse si manifesta in soggetti già predisposti: principalmente si è riscontrata in adulti, ma anche in bambini. Se l’orticaria cronica non risponde all’antistaminico, si può trattare con un farmaco biologico".

Fra le ’nuove’ patologie c’è l’esofagite eosinofila: "E’ una forma di infiammazione dell’esofago che può causare sintomi come disfagia fino ad arrivare all’occlusione da cibo. Ma la diagnosi si basa sull’endoscopia con biopsia. E’ una patologia ancora oggi rara, ma con un’incidenza e una prevalenza in aumento. Per valutare questa patologia è necessario procedere con un approccio multidisciplinare, coinvolgendo il gastroenterologo e il nutrizionista.

"La esofagite eosinofila rientra nel gruppo delle patologie con infiammazioni di tipo 2, ovvero di quelle come l’asma bronchiale, le rinusinusiti croniche con poliposi nasale, la dermatite atopica, la rinite allergica, l’allergia alimentare che possono essere innescate dalla perdita di integrità della barriera della pelle o dell’epitelio dell’esofago. Di recente è stato introdotto un cortisonico (budesonide) in compresse, mentre ancora non c’è un farmaco biologico approvato né da Aifa né da Ema, mentre Fda (Food and drug administration) americana ha di recente autorizzato l’uso di un farmaco biologico. L’esofagite può essere in associazione con altre patologie allergiche". Il dottor Farsi ricorda come alterazione di integrità delle barriere siano dovuti ad una serie di altr i fattori come l’alterazione del microbiota, sebbene alla base di tutto ci sia la predisposizione genetica.

"Inquinamento ed alimentazione sono due temi da tenere a mente perché vanno ad incidere sulle allergie del futuro - conclude Farsi - L’allergologia sta diventando sempre più una disciplina da approcciare in maniera multidisciplinare. Una strada che a Prato abbiamo intrapreso anche di recente nell’ala nord, dove convivono immunoallergologi e reumatologi".

Sara Bessi