Si scrive famiglia Padovani, si legge profumo di caffè. Eccellente, pregiato e torrefatto artigianalmente nella storica bottega sotto le logge del palazzo comunale. Un pezzo di storia del tessuto commerciale cittadino che fa i conti con una congiuntura internazionale molto penalizzante per il prodotto caffè. Con loro si risale a monte della filiera, andando direttamente al produttore costretto a gestire il problema degli aumenti della materia prima, con il rischio di ripercussioni su tutti i clienti, dagli acquirenti dei prodotti della torrefazione a chi si concede l’abituale pausa caffè al bar sotto casa.
Mentre si parla con Alberto Padovani, rappresentante della terza generazione della famiglia che negli anni Venti del Novecento iniziò l’attività (l’avventura iniziò con il nonno Pietro e il fratello Ubaldo), continuano ad arrivare sacchi di juta pieni di chicchi pronti da tostare. Roba da veri intenditori. "Gli aumenti del caffè? Si viaggia nell’ordine di oltre il 40 per cento, almeno da un anno a questa parte", lamenta Alberto Padovani.
Impensabile e rischioso però ribaltare sul cliente il prezzo della torrefazione eseguita sapientemente dalla macchina in bottega all’istante. Ma un ritocco all’insù è stato inevitabile: così già da qualche giorno il prezzo al chilo sulle sette varietà di caffè sfuso in vendita è cresciuto del 12 per cento. In ogni caso, il listino non veniva ritoccato da tanto tempo.
"Purtroppo sui costi possiamo farci poco, il problema sta a monte: l’aumento è dei costi alla base ed è ovvio che questo si rifletta negativamente sui clienti che ne consumano. Non sempre è semplice far passare al cliente finale il messaggio dei rincari della materia prima che si sommano all’incremento dei costi dei trasporti, per non parlare di quelli di gas ed elettricità che impattano sul funzionamento della macchina di torrefazione. Il nostro è un giro di clientela ben affezionata: da noi si riforniscono bar, pasticcerie e piccoli alimentari".
Padovani del resto è sinonimo di caffè artigianale, che viene tostato anche due volte alla settimana: la differenza rispetto a quello industriale si sente e fa felici i palati più esigenti. "I pratesi sono dei buongustai su tante cose – sorride Alberto - e in fatto di caffè non sono di sicuro da meno". Il prodotto più gettonato? La varietà ‘oro’, 100 per cento arabica di qualità superiore e dall’aroma più dolce. Anzi, un po’ più salata, visti gli ultimi aumenti.
mar. la.