La tragica morte di Luana raccontata in un libro

La madre della ragazza ha partecipato alla presentazione del volume "Vite spazzate" di Bortoliero

Migration

Emma Marrazzo, la mamma di Luana D’Orazio, la 22enne operaia morta in una ditta tessile di Montemurlo il 3 maggio 2021, ha fatto della sua vita, distrutta da quella tragedia, una missione: quella di promuovere la sicurezza nei luoghi di lavoro, un’attività che svolge incontrando gli studenti, come ha fatto ieri mattina, all’istituto professionale Pacinotti di Pistoia. Con lei c’era il professor Raffaele Bortoliero, figlio di un minatore italiano immigrato in Belgio negli anni ‘50, a Chaleroi, vicino alla miniera di Marcinelle, dove la mattina dell’8 agosto 1956 morirono 262 lavoratori, molti dei quali italiani. Bortoliero, rimasto toccato dal ricordo di quella immane tragedia, ha dedicato parte della sua vita a scrivere libri con l’obiettivo di promuovere la sicurezza sui luoghi di lavoro e per non dimenticare chi, a causa del non rispetto delle regole, ha perso la vita proprio lavorando. Il suo ultimo libro, "Non si può morire di lavoro – Storie di giovani vite spezzate" – è stato presentato ieri. Nel libro sono riportate otto vicende di giovani ‘vite spezzate’, appunto, tra le quali c’è anche quella di Luana D’Orazio. "Per questi ragazzi – ha detto Emma Marrazzo - la sicurezza deve essere la prima cosa, senza la sicurezza non si torna a casa. Purtroppo in questi ultimi mesi sono morti anche alcuni studenti durante l’alternanza scuola-lavoro. Questo non deve più accadere".

Patrizio Ceccarelli