REDAZIONE PRATO

"La Vallata dimenticata". I sindaci alzano la voce. Danni, cantieri e dolore. E chi ancora è senza casa

Vivarelli (Vaiano): "Un anniversario vissuto con impegno per superare le tante difficoltà". L’ira di Bongiorno (Cantagallo): "Noi non abbiamo visto nessun rappresentante del Governo".

Vivarelli (Vaiano): "Un anniversario vissuto con impegno per superare le tante difficoltà". L’ira di Bongiorno (Cantagallo): "Noi non abbiamo visto nessun rappresentante del Governo".

Vivarelli (Vaiano): "Un anniversario vissuto con impegno per superare le tante difficoltà". L’ira di Bongiorno (Cantagallo): "Noi non abbiamo visto nessun rappresentante del Governo".

Ancora famiglie fuori casa in Val di Bisenzio, dove l’alluvione dello scorso anno ha lasciato enormi ferite e un dolore e una paura che si riacutizzano ad ogni allerta meteo in zona o davanti a catastrofi come le ultime avvenute in Emilia e in Spagna: il ricordo torna vivo, si soffre nei panni dell’altro in una sorta di transfert e si trema ogni qualvolta la pioggia fa crescere i torrenti accanto a casa, molti ancora nello stato in cui erano la mattina dopo la tragedia.

La drammatica situazione di Valencia è anche nelle parole della sindaca di Vaiano, Francesca Vivarelli, che apre così il bilancio del suo territorio ad un anno dall’alluvione. "Quello del prossimo 2 novembre 2024 è un amaro anniversario, vissuto con grande impegno per superare le tante difficoltà ancora presenti. Diventa più amaro, a maggior ragione, perché coincide con i tragici eventi che hanno colpito Valencia e che dimostrano, se mai ancora ce ne fosse bisogno, che siamo nel pieno di una transizione climatica e che questo tema dovrebbe essere priorità assoluta dei Governi".

Una sessantina di interventi di somma urgenza rappresentano il bilancio dei danni fatti dall’acqua un anno fa a Vaiano – dove la rimozione di montagne di detriti è cosa solo di questi giorni - alcuni conclusi altri in corso. Si continua a lavorare, quindi per riportare la situazione alla normalità su un territorio dove sia la rete idrografica primaria (con straripamenti del Bisenzio) e quella secondaria (compresi i torrenti tombati) hanno allagato case e portato via infrastrutture. Per citare solo alcune delle situazioni più critiche, sul Trescellere si lavora nella parte alta, su via Nuova di Schignano, e in via Rosselli (con il concorso di Publiacqua che sta provvedendo alla regimazione autonoma della fognatura); sul rio La Briglia, in via XXV aprile, dopo l’ispezione si interviene con ripulitura e messa in sicurezza. Unione dei Comuni e Consorzio Medio Valdarno contribuiscono ai lavori di ripulitura di diversi torrenti mentre la villa del Mulinaccio, duramente colpita, potrà avere dei primi lavori di sistemazione grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio, che ha messo a disposizione 200 mila euro. Per il piano di ricostruzione sono previsti 37 interventi, per un valore di circa 15 milioni.

Tuona contro il Governo il sindaco di Cantagallo, Guglielmo Bongiorno: anche per lui, come per la Vivarelli, è necessaria più attenzione da parte di Roma. "In Valbisenzio in questi 12 mesi non abbiamo visto nessun rappresentante del Governo – dichiara – che ha letteralmente dimenticato la Toscana colpita dall’alluvione. È evidente a tutti che a livello locale, a partire dai Comuni fino alla Regione, è stato fatto il massimo possibile. Adesso è urgente e non più rimandabile – prosegue – che lo Stato faccia la sua parte perché finora è quasi completamente mancato: a fronte di un piano regionale di interventi necessari che ammonta a 1 miliardo di euro sono arrivate risorse per il solo 10%, senza dimenticare che per lo stato d’emergenza nazionale non è ancora stato nominato un commissario". 31 interventi di somma urgenza attivati a Cantagallo, dove oltre agli allagamenti si sono viste franare montagne e le strade che vi passavano sopra. Sono sempre senza strada per arrivare a casa, infatti a Tracconi, dove l’acqua ha spezzato la piccola altura da dove passava la via e portato via due ponti: dal 2023 diverse famiglie sono state ospitate da parenti o in affitto perché a casa non ci arrivano neppure a piedi.

Claudia Iozzelli