REDAZIONE PRATO

La versione di Braschi Che ricorda Lastrucci e ha solo un rimpianto

Anche l’ex designatore degli arbitri alla serata del Panathlon in ricordo del collega scomparso: "Mi sono mancati i Mondiali"

L’arbitro, questo cireneo. Ne hanno parlato congiuntamente alle Pavoniere, sotto la presidenza di Francesco Panzera nella riunione Panathlon, Stefano Braschi, arbitro internazionale e per quattro anni designatore dei fischietti di turno in serie A, Francesco Santi presidente della sezione arbitri di Prato e Urano Corsi, ex presidente Panathlon nel ricordo di Andrea Lastrucci, arbitro internazionale di calcio a 5, uomo gentile e acuto, stimatissimo imprenditore e socio Panathlon deceduto nello scorso agosto. Una scritta, che ha campeggiato per tutta la serata in un video illustrativo, presente anche la moglie di Lastrucci, Daniela, ne ha tratteggiato sinteticamente i caratteri distintivi: arbitro, amico, artista e nonno. Un accorato saluto epistolare del presidente Aia Trentalange ne ha avvalorato i meriti di personaggio che ha dato una svolta all’intera classe arbitrale.

Braschi nel suo breve intervento ha riprodotto le vicende personali di una carriera in cui lui stesso ha raggiunto gli apici della direzione arbitrale a tutti i livelli ("mi è mancato solo il campionato del mondo", ha raccontato) in un clima di obbligato riserbo verso tutto l’ambiente calcistico, consapevole che questo mondo ha un solo vero nemico: l’arbitro di calcio, perché emette un giudizio. "Tre cose fondamentali angosciano gli italiani - ha chiosato Braschi - la morte, il tradimento della moglie, l’eventuale retrocessione o la mancata promozione a causa di decisioni arbitrali. Nell’immaginario collettivo si perde per colpa dell’arbitro, si vince malgrado lui".

Lo ha seguito il trentasettenne Francesco Santi, fresco di nomina a presidente dell’Associazione pratese degli arbitri, manifestando l’impegno, con l’aiuto anche di Braschi, a rivitalizzare l’associazione pratese che annovera attualmente 163 soci e che dovrà raggiungerne 250, traendo dall’accresciuta partecipazione i presupposti per la riproposizione di arbitri pratesi a livello nazionale. Da qui l’importanza di valutazioni obiettive, senza necessità di affidarsi al fazioso giudizio popolare, che nel referendum più famoso della storia fece liberare addirittura Barabba.

Roberto Baldi