"L’acqua fuori dalla Multiutility". Nardini scuote i dem, Prato frena

L’assessora regionale ribadisce la sua posizione ’ideologica’ e lancia una società toscana . La Lega va all’attacco con Meini e Baldini: "Il Pd esca dal silenzio sovietico e si apra al dibattito" .

"L’acqua fuori dalla Multiutility". Nardini scuote i dem, Prato frena

Uno dei tanti fontanelli di acqua pubblica posti nei Comuni toscani: risparmio e buona qualità

PRATO

La "paladina" nel Pd della supremazia del servizio pubblico ha un nome, importante, e una teoria, "ideologica", ben chiara. L’assessora della giunta regionale toscana Alessandra Nardini ha alimentato il dibattito sui servizi pubblici (acqua in particolare) ponendo al suo partito interrogativi forti e chiari sul futuro di una costola fondamentale per la crescita della Multiutility Toscana gestita da Alia. Così si è espressa ieri in un lungo post sui social sottolineando la sua posizione di "Sinistra Pd" dentro i dem: "Sono convinta che sull’acqua e sulla multiutility serva una visione ideologica, sinonimo di coerente con la visione e i principi in cui mi riconosco e in cui spero si riconosca tutto il centrosinistra. Per quanto mi riguarda non ho dubbi: la gestione del servizio idrico deve essere efficiente, e dunque non perdere la dimensione industriale che oggi ha acquisito in Toscana ma perseguire esclusivamente finalità sociali e ambientali, senza finalità lucrative e con la garanzia che l’acqua resti un bene comune. Il cambiamento climatico e i frequenti fenomeni di siccità ci pongono di fronte a nuove sfide e alla necessità di migliorare il servizio, favorendo un consumo consapevole e ambientalmente sostenibile (tagliando perdite e sprechi), immaginando anche nuove infrastrutture e dunque nuovi investimenti". Nardini si spinge ad ipotizzare una "società regionale dell’acqua" in un’intervista al Tirreno. Ma nel Pd le posizioni sono variegate e Prato assume una rilevanza particolare per il peso che ha nella holding di Alia e nel domino delle società che sono entrate nella Multiutility (Acqua Toscana, Consiag, Publiacqua, Gida). I riformisti, guidati da Matteo Biffoni, hanno chiesto una attenta verifica richiamando le necessità di investimenti mirati secondo le indicazioni del piano industriale; la sindaca di Prato Ilaria Bugetti e il segretario provinciale dem Marco Biagioni hanno spento il fuoco della polemica "mettendo in prima fila le esigenze dei cittadini da tutelare con servizi efficienti e bollette più leggere". Il confronto è aperto e c’è da giurare che dentro il Pd toscano Prato giocherà un ruolo determinante.

Intanto dal centrodestra anima la ’controffensiva’ la Lega: "È davvero sorprendente che il Pd continui ad alimentare un dibattito sui giornali e nelle loro chat riguardo la tematica dell’acqua mentre, ormai da quasi un anno, continua a tacere e a tenere ferma in Commissione Ambiente regionale la proposta di legge della Lega sulla riforma del sistema idrico che si fonda proprio sugli accertati numeri più convenienti laddove la gestione sia a basse dimensioni operative, permettendo più efficienti economie di scala, bollette più basse e dimostrando che almeno l’acqua deve stare fuori dalla Multiutility" dicono Elena Meini e Massimiliano Baldini, la capogruppo della Lega in Consiglio regionale e il primo firmatario della proposta di legge della Lega sull’acqua.

"Lo abbiamo riportato proprio nel testo della nostra proposta - citando lo studio propedeutico alla delibera di AIT 14/2020 elaborato e prodotto da professionisti esterni, Ref Ricerche srl. Si dimostra che esistono margini di miglioramento in termini di efficienza di scala, soprattutto a basse dimensioni operative mentre oltre certe soglie dimensionali si compiono evidenze di diseconomie di scala". La Lega chiede a gran voce "un dibattito sulla nostra proposta di legge". La Lega "ha dimostrato, carte e numeri alla mano, che l’acqua deve stare fuori dalla Multiutility - dicono Meini e Baldini - Il Pd abbandoni il “sovietico” silenzio posto a difesa delle correnti e si apra subito al confronto".

Luigi Caroppo