ANNA BELTRAME
Cronaca

L’addio a Gianni Del Vecchio. La sua vita in politica e a sinistra. Con serietà, passione e coerenza

L’ex leader di Pci e Ds è scomparso a 71 anni. Oggi la camera ardente in Comune, martedì il funerale. Ex assessore e direttore di Villa Fiorita. Un punto di riferimento per tanti. Il commosso ricordo di Biffoni.

L’addio a Gianni Del Vecchio. La sua vita in politica e a sinistra. Con serietà, passione e coerenza

Gianni Del Vecchio aveva 71 anni, se n’è andato ieri mattina, in una giornata di pioggia e di freddo. Lo ha fatto troppo presto, lasciando molti ricordi nei tanti pratesi che lo hanno conosciuto e stimato, e non immaginavano che sarebbe scomparso così. Era malato, ma combatteva come aveva sempre fatto, con riservatezza. E’ lunga la sua storia politica, tenace il suo impegno a sinistra. Oggi dalle 10 per lui la camera ardente nel salone consiliare del Comune, alle 17 la commemorazione pubblica. Poi alla Pubblica Assistenza, domani dalle 7.30 alle 23; il funerale martedì 2 aprile alle 10 nella chiesa di San Pietro a Grignano. Lo saluteranno in tanti, Gdv.

Si candidò per la prima volta al consiglio comunale nel 1975, quando aveva solo 22 anni. L’ultima fu nel 1990, prima del tramonto del Pci. In consiglio restò fino al 1995, ricoprendo tra l’85 e il ’92 anche il ruolo di assessore allo sviluppo economico, alla sanità e alla scuola. E’ stato segretario dei Ds dal 1999 al 2006, quando i congressi si facevano a Coiano e duravano qualche giorno, e le sue relazioni, mai brevi, venivano ascoltate in silenzio. Ha lasciato il Pd all’arrivo di Renzi. Dal 2009 al 2018 ha diretto la casa di cura Villa Fiorita, poi la pensione. Nel 2020 l’ultima battaglia politica: la candidatura alle regionali come capolista di Sinistra civica ecologista. "Ho accettato con entusiasmo e con una certa emozione. Dopo trent’anni è evidente che non ero più avvezzo. Ho sentito che era mio dovere dire di sì. La politica e la sinistra mi hanno dato tanto e io mi sento in debito", disse. Non arrivarono i voti sperati, dopo 30 anni era tutto cambiato. Gianni Del Vecchio era una persona colta, un uomo serio e per bene. Avrebbe voluto essere il sindaco di Prato e non ci riuscì: tra il 2003 e il 2004 durò mesi e mesi il braccio di ferro contro Antonello Giacomelli per la candidatura. Il segretario dei Ds contro il leader della Margherita. Finì con la scelta di Marco Romagnoli, che vinse le elezioni, ma che cinque anni dopo non venne riconfermato nemmeno nel ruolo di candidato.

Nel frattempo era nato il Pd, che nel 2009 le elezioni le perse, anche per le divisioni che al suo interno covavano, da tempo. Gianni Del Vecchio aveva una lucida intelligenza politica, sorretta da grandi esperienze e robuste letture, sostenuta da una rara coerenza. E’ stato, è ancora, un esempio per tanti giovani nel centrosinistra. A cominciare da Matteo Biffoni. "Con te ho iniziato. Verso di te avevamo soggezione ma eravamo sfrontati e casinisti, sempre in minoranza, e tu ci hai sgridato, brontolato, scuotendo la testa ma alla fine proteggendoci sempre: tu per primo mi hai proposto, suggerito di candidarmi in consiglio comunale nel 2004. Tu mi hai portato in segreteria, dove finivamo alle due di notte affumicati da mille sigarette. Dove le tue mitiche relazioni iniziavano sul mondo e finivano su Iolo, Galciana, Figline e io imparavo. “La politica è una passione che si nutre di sangue umano” dicesti nel tuo ultimo intervento da segretario, perché la politica è una passione che non ti lascia mai. E potrei continuare a lungo. Ma fa troppo male", le commosse parole del sindaco, ieri mattina. Per Biffoni, Benedetta Squittieri e tanti altri Gianni è stato un maestro, un punto di riferimento. Nella sua ultima intervista a La Nazione, in quella che sarebbe stata la sua ultima campagna elettorale, disse: "Ho un giudizio molto severo sulla sinistra di oggi. Uno dei principali problemi sono i limiti della sua classe dirigente. Nel corso di questi anni di campagne contro la politica e i partiti la selezione è avvenuta in base alla fedeltà e non alle competenze. I risultati si vedono, non solo nel Pd".

Aveva stima e affetto per Biffoni: "C’è un nucleo di persone nell’attuale classe dirigente del Pd che conosco da quando erano ragazzini, a partire da Biffoni, che giudico un buon sindaco". E ancora: "Stimo Ilaria Bugetti, per la sua capacità di relazione e dialogo con le persone, una delle figure più brillanti. E Simone Faggi, per la sua visione politica". Quattro anni fa aveva individuato il ticket che oggi non senza fatica il Pd ha scelto per le elezioni di giugno.