REDAZIONE PRATO

L’agguato all’interno del locale e l’ombra del racket delle grucce. In cinque finiscono alla sbarra

Chiesto il rito abbreviato condizionato al parere medico: processo a gennaio

L’agguato all’interno del locale e l’ombra del racket delle grucce. In cinque finiscono alla sbarra

La polizia rintracciò i cinque presunti aggressori nell’arco di poche ore

Sono stati tutti rinviati a giudizio con rito immediato i cinque cinesi arrestati la scorsa estate con l’accusa di aver tentato di uccidere un connazionale, 42 anni, all’interno del circolo Number One in via Scarlatti. Il processo si sarebbe dovuto aprire ieri ma i legali degli imputati (tutti e cinque difesi dall’avvocato Alessandro Fantappiè e uno anche dall’avvocato Manuele Ciappi) hanno chiesto il rito abbreviato condizionato all’acquisizione di un parere medico-legale di parte redatto da Brunero Begliuomini. Il giudice si è riservato rinviando la decisione al prossimo 14 gennaio. Il caso è stato piuttosto violento e, secondo quanto appreso, porterebbe dritto a una rivendicazione collegata al racket delle grucce.

Il fatto risale al 6 luglio scorso quando la vittima fu trovata agonizzante in mezzo alla strada in via Marsala. In un primo momento intervenne la polizia municipale in quanto alcuni passanti avevano riferito della presenza di un uomo ferito in seguito a un investimento.

Durante i soccorsi, il personale del 118 appurò, però, che l’uomo, trovato sanguinante ed in pericolo di vita, aveva ferite all’addome compatibili con un’arma da taglio e non con un incidente. Già dalle prime ore del mattino successivo, la squadra mobile riuscì ad accertare, attraverso alcuni testimoni trovati sul posto, che la vittima era stata portata in via Marsala, nei pressi della sua abitazione, in seguito al ferimento.

A lasciare l’orientale in strada in quelle condizioni era stato un connazionale a bordo di un’Audi bianca. Ed infatti, la ricostruzione delle ultime ore degli spostamenti della vittima ha consentito agli investigatori di individuare in pochissimo tempo il locale notturno, frequentato dal cinese e da altri connazionali, all’interno del quale si era consumato l’agguato. Dalle immagini delle telecamere del locale, oltre al sopralluogo della polizia scientifica che trovò e repertò della sostanza ematica, arrivò la conferma che la vittima, quella notte, si trovava nel night.

L’uomo venne colpito alle spalle con una bottigliata alla testa, poi fu preso a calci e pugni e infine accoltellato. Gli autori dell’aggressione, cinque cinesi, si allontanarono subito a bordo di due auto diverse, mentre la vittima fu soccorsa da un dipendente del locale che, su sua richiesta, lo ha accompagnò a casa lasciandolo agonizzante. Il cinese venne portato in ospedale e operato di urgenza. Secondo quanto emerse, l’uomo era stato "eviscerato" con la coltellata ricevuta all’addome.

I colpevoli furono identificati grazie alle immagini delle telecamere e, grazie all’utilizzo di moderni software, furono subito localizzati. Dopo poche ore, quattro dei cinque responsabili, furono bloccati a Villa San Giovanni a Reggio Calabria, e sottoposti a fermo per tentato omicidio in concorso. Il quinto è stato fermato a Catania il giorno successivo.

Una vicenda bruttissima che sarebbe collegata alla guerra per il controllo del mercato delle grucce nel distretto parallelo cinese.

Da anni gli investigatori seguono la pista del racket: rivendicazioni, pestaggi, aggressioni, estorsioni e incendi potrebbero essere ricondotti al maxi giro di forniture di grucce, prodotto fondamentale per i tanti pronto moda del distretto che realizzano migliaia di capi di abbigliamento ogni giorno. Ci sarebbe in atto una vera e propria guerra fra i produttori delle grucce che si darebbero battaglia per accaparrarsi i clienti con metodi non del tutto ortodossi.

L.N.