REDAZIONE PRATO

L’allarme del procuratore : "Qui forze non sufficienti anche sul caso Calenzano"

Tescaroli rinnova l’invito a rafforzare gli organici di tribunale e forze dell’ordine "Altri tre pm presto trasferiti e un gip si occuperà dell’incidente probatorio".

Il procuratore Luca Tescaroli rende noti i risultati delle indagini sulla tragedia avvenuta nel deposito di Calenzano

Il procuratore Luca Tescaroli rende noti i risultati delle indagini sulla tragedia avvenuta nel deposito di Calenzano

"Gli uffici giudiziari pratesi sono in grave sofferenza, sono inadeguati, sotto il profilo numerico, a rendere giustizia a un territorio complesso come quello pratese". Lo ha detto il procuratore Luca Tescaroli a margine della conferenza stampa durante la quale ha presentato i risultati delle indagini condotte sulla tragedia avvenuta nel deposito Eni di Calenzano lo scorso 9 dicembre che hanno portato a iscrivere nove persone nel registro degli indagati. L’inchiesta è stata condotta in "tempi record" (appena tre mesi e mezzo dalla tragedia) per "la gravità del fatto, unico nel suo genere" e per i familiari delle cinque vittime che chiedono giustizia. E’ stata l’occasione per il procuratore per riportare un’altra volta l’attenzione sulle difficoltà che il circondario pratese vive sotto il profilo della carenza di organico in tribunale, in procura ma anche negli organici delle forze di polizia considerati da Tescaroli "assolutamente sottodimensionati" rispetto a quelle che sono le esigenze del territorio. Per Calenzano è stato fatto "tutto molto in fretta" ma ci sono tante altre emergenze che richiedono la stessa attenzione.

"In procura ci sono otto magistrati sui nove previsti dalla pianta organica – ha detto Tescaroli a fine conferenza stampa – di cui tre presto saranno trasferiti. Il tribunale ha solo tre gip che lavorano in una situazione di grande sofferenza per far fronte a tutte le richieste. Uno di questi tre magistrati sarà inevitabilmente impegnato nell’incidente probatorio richiesto dalla procura per il caso di Calenzano". Incidente probatorio che si preannuncia lungo e complesso, vista la materia molto tecnica, e a cui parteciperanno tutte le parti, gli indagati e le parti civili. Le difficoltà del gip hanno spinto, forse, nella direzione di non chiedere misure cautelari nel caso di Calenzano. Una eventuale richiesta di misure cautelari da parte della procura avrebbe inevitabilmente rallentato l’inchiesta per la quale Tescaroli ha sempre espresso la volontà di "fare presto".

"Il tessuto criminale del territorio è complesso – ha spiegato il procuratore – e da otto mesi a questa parte gli episodi violenti si sono intensificati". Basti ricordare le tante inchieste condotte ultimamente dalla procura sui casi di sfruttamento nelle aziende a conduzione cinese, gli attacchi incendiari del 16 febbraio scorso che si inseriscono nella faida fra gruppi contrapposti per il controllo del settore della logistica e del mercato delle grucce, l’omicidio a Montepiano. Alla carenza di organico che si registra negli uffici giudiziari si aggiunge quella delle forze di polizia. "Di recente abbiamo ottenuto sei nuovi agenti per la squadra mobile – dice Tescaroli – e nove carabinieri che sono andati a rimpinguare l’organico senza però ulteriori aggiunte. Il compendio delle forze dell’ordine non è adeguato alla realtà criminale pratese". Un appello forte indirizzato alle sedi istituzionali competenti in modo che si facciano portavoce di questa esigenza.

Già nell’ottobre scorso, nella relazione inviata in parlamento, il procuratore aveva parlato di "una complessità e pericolosità criminale non del tutto note e non adeguatamente comprese". "Purtroppo l’attuale assetto del tribunale penale di Prato – aveva scritto – ha visto la riduzione dei colleghi, per il trasferimento di alcuni magistrati e per il pensionamento del presidente, che sono passati da tre a uno, e il congelamento di alcuni ruoli dei giudici monocratici". Riduzioni che porteranno a un "effetto ’imbuto’ sui processi". "Il tempo medio di fissazione delle udienze monocratiche tra la richiesta e la prima udienza è di 973 giorni, oltre due anni e mezzo. Tempo che è destinato ad aumentare".

Laura Natoli