PRATO
Un giovane allenatore con la passione per la scrittura. Nel mondo del calcio è un hobby un po’ insolito ma anche questo può regalare soddisfazioni. Domenica alle 17 nella saletta Mario Giansanti del Terminale ci sarà la presentazione del libro "Corpi sfatti", edito da Scatole Parlanti di Viterbo. Non è un libro di memorie calcistiche come qualcuno potrebbe pensare ma un romanzo con protagonisti i giovani che studiano e lavorano all’estero, con la voglia di viaggiare. L’autore è Jacopo Falanga, pratese, classe 1990, ha frequentato il Buzzi e si è laureato in filosofia all’università di Firenze ma nella vita svolge tutt’altro lavoro: è allenatore professionista in seconda della Casertana, che milita in serie C, dove è il secondo di mister Manuel Iori. In precedenza è stato anche allenatore in seconda alla U.S. Ancona e allenatore del settore giovanile della Fiorentina. Il sogno di fare lo scrittore lo accompagna sin da ragazzo e quest’idea si è tradotta in realtà quando la casa editrice di Viterbo ha creduto nel suo progetto stampando la sua prima opera letteraria. "L’idea – racconta Jacopo Falanga – è nata proprio dal mio sogno e il romanzo è la storia di due personaggi, uno che lavora fuori città, vive nella disperazione metropolitana di un mondo che ha smarrito la Terra, senza gli affetti né gli amici, e dove forse non vuole coltivare amicizie né amori. Il suo amico è quello che ha lasciato tutte le certezze per intraprendere un viaggio in Oriente con mezzi di fortuna. In questi viaggio esplora l’islamismo, l’ebraismo e infine il buddhismo in un continuo cammino verso Est fatto di espedienti. Dopo l’incontro iniziale, i due si sentiranno solo per messaggi e vocali whatsapp, una modalità oggi diffusissima per comunicare e sulla quale si possono fare molte riflessioni e considerazioni. Ho inviato il mio libro a tante case editrici – conclude – e questo piccolo editore viterbese ha creduto nel mio sogno".
Il libro domenica sarà presentato dallo scrittore Franco Legni. Jacopo Falanga svolge con altrettanta passione il suo lavoro di allenatore di calcio, con la consapevolezza della "precarietà" di questa professione che un giorno ti porta in cielo e il giorno dopo puoi essere esonerato e per questo ha puntato anche sugli studi universitari. "Quando negli anni addietro mi è capitato di chiedermi cosa volessi fare da grande – confessa –, qualche volta mi rispondevo sognante lo scrittore, o comunque uno che scrive dei libri, perché gli scrittori, quelli veri, secondo me scrivono libri belli. Un po’ come i matti, quelli veri". E nel frattempo, Jacopo è felice di poter presentare il libro nella sua città natale.
M. Serena Quercioli