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L’amaro "Melagrana" si fa a Cerreto Duemila alberi tra Prato e Maremma

E’ prodotto dall’azienda agricola Barbarossa: da 500 bottiglie adesso è passata a duemila all’anno. Greta Barni: "Il succo estratto a freddo mantiene tutte le proprietà nutrienti e antiossidanti del frutto".

L’amaro "Melagrana" si fa a Cerreto Duemila alberi tra Prato e Maremma

Un liquore che sa di frutta antica, di erbe e di famiglia. È l’"Amaro Melagrana" prodotto dall’azienda agricola Barbarossa di Claudia Guarducci, utilizzando direttamente le melagrane biologiche coltivate in proprio. E sta avendo successo anche nei cocktail.

Le piante che crescono in un terreno a Cerreto di proprietà di Niccolò Papi, il marito di Claudia, nella quiete delle colline pratesi, sono state selezionate appositamente scegliendo la specie con gli arilli (così si chiamano i semi della melagrana, che sono da 500 a 650 circa in ogni frutto, ndr) più dolci e adatti a dare il sapore del frutto puro nei drink. Infatti il "tonico" che viene imbottigliato a Prato con un procedimento artigianale e attento alle qualità organolettiche ha un’alta percentuale di frutta, il 25%. E’ un amaro perfetto per essere gustato dopo il pasto o anche abbinato ad altro nella mixology. Uno dei cocktail creati è lo "Spritz in Prato" che ha un fantastico colore rosa brillante, dato appunto dalla melagrana. Della produzione se ne occupa Greta Barni, 30 anni, figlia di Claudia Guarducci: "Siamo partiti nel 2019 con le prime 500 bottiglie, ora siamo a 2mila bottiglie all’anno ma puntiamo ad arrivare presto a 5mila. E’ stato un processo graduale – spiega Greta – che è iniziato con i primi alberi piantati a Cerreto nel 2010 fino ad arrivare agli attuali 400 melagrani. Per noi è importante seguire tutte le fasi dall’acqua per l’irrigazione alla raccolta che viene seguita da pochi fidati agricoltori, fino al succo – aggiunge – che viene estratto a freddo in modo da mantenere tutte le proprietà nutrienti e antiossidanti della melagrana. All’inizio abbiamo fatto varie prove per tenere gli zuccheri più bassi possibile e ci siamo riusciti. Poi al succo, vengono aggiunte le erbe che si trovano in Toscana come il tarassaco e la genziana, per dare la nota amara".

La richiesta di amaro – venduto al pubblico a 25 euro alla bottiglia – è cresciuta molto, tanto che la famiglia ha deciso di piantare altri 1500 alberi in Maremma. "Quest’anno raccoglieremo i frutti anche a Castiglione della Pescaia, nella zona di Pian di Rocca – racconta ancora Greta Barni – aumentando la produzione. Il nostro obiettivo è di allargare il mercato, mantenendo però clienti selezionati, tra cui ristoranti, negozi ed enoteche. Siamo già abbastanza conosciuti in Italia e nel futuro non escludiamo di vendere anche all’estero".

Elena Duranti