REDAZIONE PRATO

L’arte contemporanea e il sacro Il Museo di San Domenico rinasce

Da domenica la mostra "Noli me tangere" grazie alla donazione di Carlo Palli: 200 opere di 85 artisti. E’ il primo passo verso il nuovo corso del complesso. Non si paga l’ingresso, ma libere donazioni all’uscita

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Duecento opere di 85 artisti contemporanei, nazionali e non, sono l’imponente corpus di "Noli me tangere. Donazione Carlo Palli", la mostra che riapre le porte al pubblico del Museo di San Domenico. Primo tassello di un percorso di valorizzazione del complesso domenicano, "Noli me tangere" è curata da Laura Monaldi e mette al centro la dimensione del sacro nell’arte contemporanea attraverso una variegata espressione creativa fra pitture, sculture, fotografie, video e installazioni. Aperta da domenica 20 giugno, l’esposizione chiuderà il 31 ottobre ma le opere, provenienti dall’archivio Carlo Palli, grazie alla donazione costituiscono il fondo permanente del rinato Museo. "Per me San Domenico è un luogo del cuore e della memoria - ha detto Palli, uno fra i più grandi collezionisti di arte in Italia, presentando la mostra - Sono felice che questo spazio torni ad avere l’importanza che merita". E proprio Palli è stato nominato direttore artistico della sezione di arte contemporanea del Museo, si, perché la riapertura rientra in un più vasto progetto culturale che esprime la volontà della Diocesi di restituire al complesso domenicano un ruolo di primo piano. "L’idea – ha detto Claudio Cerretelli, direttore dei Musei diocesani – è quella di dare struttura a un nuovo polo culturale di interesse cittadino che vede al centro proprio il Museo di San Domenico". Primo elemento è appunto la mostra che sperimenta fra l’altro una inedita modalità di ingresso scardinando le regole: "Non si paga per entrare, ma per uscire – ha spiegato il segretario della Curia diocesana Gabriele Bresci – I visitatori esprimeranno il proprio gradimento e daranno il loro contributo su questa base".

Il percorso espositivo si snoda a partire dall’antico refettorio del convento e pone le opere in un costruttivo dialogo, fra passato e presente, con i tesori, gli affreschi e le sinopie presenti nel complesso di San Domenico. "Gli artisti hanno riletto il tema della sacralità e della spiritualità religiosa arricchendo la visione del mondo contemporaneo – spiega la curatrice Laura Monaldi – Il visitatore ha la possibilità di avvicinarsi all’arte sacra nelle sue innumerevoli declinazioni attraverso un’esperienza libera, soggettiva e a tratti catartica". Dal piano terra il viaggio prosegue nel chiostro superiore dove fra le opere si trova anche l’Ave Maria di Emilio Isgrò, mentre il percorso si chiude con l’installazione ambientale di una "Ultima Cena" di Ignazio Fresu. Nella chiesa di San Domenico completa la mostra l’insolita Via Crucis con le 14 stazioni che plasmano su tela i drammi contemporanei; una rielaborazione corale che attraverso lo stile e l’etica di 14 diversi artisti apre uno squarcio sui vizi e i peccati di oggi. A corollario sono in programma una serie di iniziative collaterali, con incontri e e concerti, mentre a settembre ci sarà la presentazione del catalogo. La mostra ha il patrocinio della Regione e del Comune di Prato.

Francesca Tassi