L’Asl deve pagare 2 milioni di Imu al Comune

La Corte di Cassazione ha stabilito che l'Asl Toscana Centro dovrà pagare l'Imu per l'ex Misericordia e Dolce a Prato per il 2014 e il 2015, nonostante il ricorso presentato. La spesa prevista è di alcuni milioni di euro, con ulteriori costi legali da sostenere.

L’Asl deve pagare 2 milioni di Imu al Comune

L’Asl deve pagare 2 milioni di Imu al Comune

La parola fine al contenzioso sul pagamento dell’Imu per l’ex Misericordia e Dolce da parte dell’Asl Toscana Centro al Comune di Prato è stata messa dalla sentenza della Corte di Cassazione. La sentenza, pubblicata il 27 giugno scorso, parla chiaro: l’azienda sanitaria dovrà corrispondere il pagamento dell’Imu del 2014 e 2015, le due annate contestate da Sori, l’ente che si occupa di riscuotere i crediti per conto del Comune.

Una vicenda che per le due annate in questione comporta una spesa di un paio di milioni di euro a carico dell’Asl. Per non pensare che in futuro Sori potrebbe vantare la riscossione degli anni successivi, almeno fino al 2020, anno della demolizione di una vasta porzione del vecchio ospedale. Area che, secondo un accordo stipulato tra Asl e Comune, una volta liberata dagli edifici sanitari, è destinata ad ospitare il parco urbano. Parco urbano la cui proprietà passerà al Comune dietro il pagamento di 12 milioni di euro all’azienda sanitaria.

Una stangata, quella dell’Imu, che l’Asl ha provato ad evitare sostenendo che l’ex immobile dell’ospedale era una struttura unica assieme alle palazzine tutt’oggi con funzioni sanitarie.

L’azienda sanitaria contro il pagamento delle cartelle esattoriali aveva presentato ricorso alla commissione tributaria provinciale, ottenendo ragione. Il Comune ha poi fatto ricorso alla commissione tributaria regionale, vincendo l’appello. Ora con l’esito della Corte di Cassazione all’Asl non resta che mettersi in regola con i pagamenti 2014 e 2015, oltre che pagare le spese di giudizio e 14mila euro sostenute da Sori per la difesa legale. Il ragionamento della Cassazione fa riferimento al decreto legislativo 14 marzo 2011 numero 23 (disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale) per cui "sono esenti dall’imposta gli immobili posseduti dallo Stato, nonché gli immobili posseduti, nel proprio territorio, dalle regioni, dalle province, dai comuni, dalle comunità montane, dagli enti del servizio sanitario nazionale, destinati esclusivamente ai compiti istituzionali". Nel caso di specie, nel 2014, il Misericordia e Dolce non svolgeva più funzione istituzionale perché dismesso a seguito del trasferimento delle attività sanitarie al nuovo ospedale di Galciana tra settembre ed ottobre 2013. E sebbene la demolizione sia stata parziale e nella porzione rimanente siano in funzione servizi sanitari, per la norma è decaduto il vincolo di ’esclusività’ richiesto come pure la funzione a scopi istituzionali.

Sa.Be.