L’ennesimo episodio violento. Almeno secondo quanto raccontano i sindacalisti del Sudd Cobas. Un agguato in pieno stile, di notte, ai danni di alcuni operai e degli stessi sindacalisti, Luca Toscano in primis, che sarebbero stati picchiati con spranghe di ferro, mazze e bastoni, di fronte alla pelletteria cinese Lin Weidong di via Galilei a Seano dove da giorni il sindacato ha organizzato un sit in di protesta contro lo sfruttamento all’interno della ditta.
L’aggressione sarebbe avvenuta nella notte fra martedì e mercoledì, poco dopo le due. I manifestanti erano accampati fuori dal cancello della ditta nell’ambito dell’iniziativa "Strike day", ossia una protesta simultanea in cinque aziende cinesi dove gli operai, quasi tutti pachistani, sarebbero sfruttati e costretti a lavorare fino a 12 ore al giorno senza contratto o con contratti part time, senza diritto a ferie, malattie o permessi. Il picchetto fuori dalle aziende è una modalità già sperimentata dai Sudd Cobas in passato e che ha portato i suoi frutti facendo ottenere a diversi lavoratori dei contratti regolari.
Ieri sera però le cose non sono andate come previsto. I lavoratori, insieme a Toscano, erano fuori dall’azienda quando all’improvviso è arrivato un gruppetto di cinque persone, presumibilmente italiani, con i volti travisati da un cappellino, come riferisce lo stesso Toscano. I cinque erano armati fino ai denti con spranghe e mezze. Hanno picchiato i partecipanti al picchetto, compreso il sindacalista e poi se ne sono andati minacciandoli: "La prossima volta vi spariamo", avrebbero detto dileguandosi nell’oscurità. In quattro sono rimasti lievemente feriti e si sono recati al pronto soccorso per farsi medicare. Toscano ha avuto una prognosi di sette giorni, gli altri di pochi giorni.
Il sospetto del sindacalista è che si tratti di un commando inviato dai proprietari della pelletteria per intimidire gli operai che hanno aderito allo sciopero. D’altronde non è la prima volta che accadono episodi simili: di aggressioni di questo tipo ce ne sono state alla Texprint di via Sabadell a Prato (lo sciopero a oltranza che andò avanti per mesi con una serie di denunce incrociate fra azienda e manifestanti) e all’azienda di logistica "Acca", sempre a Seano. La stranezza di questo caso è che gli aggressori sarebbero stati italiani. Sarebbe il primo caso: solitamente i cinesi inviano connazionali per le spedizioni punitive.
Sull’episodio dell’altra notte indagano i carabinieri che a ieri, però, non avevano ancora ricevuto nessuna denuncia. La procura ha aperto un fascicolo con le ipotesi di reato di lesioni gravi e minacce gravi.
La nottata movimentata non si è fermata all’aggressione a Seano. Un gruppo di cinquanta appartenenti ai Sudd Cobas si sono riversati nelle strade del centro di Prato improvvisando una manifestazione con fischietti, petardi e fumogeni. La cosa chiaramente non è stata gradita dai residenti del centro storico che sono stati svegliati nel cuore della notte, fra le cinque e le cinque mezzo, dai cori "Basta sfruttamento, basta mafia", "Basta paura", e dal lancio dei petardi. I manifestanti sono arrivati sotto il Comune di Prato dove, a quel punto si sono riversate le auto della polizia per capire quello che stava accadendo in quanto la manifestazione non era autorizzata. La polizia farà accertamenti sotto il profilo dell’ordine pubblico anche se il corteo, seppur rumoroso, si è svolto pacificamente.
Si è trattato di un "atto dimostrativo", quello che i Sudd Cobas hanno voluto mettere in atto per chiedere più attenzione ai temi dello sfruttamento all’interno del distretto illegale cinese da parte delle istituzioni, soprattutto Questura e prefettura.
Non è la prima volta che i Cobas organizzando manifestazioni in piazza del Comune a Prato. Qualche tempo fa si recarono sotto le finestre del Comune e piantarono le loro tende per passarci la notte. Un modo per attirare l’attenzione sui temi del lavoro illegale. In tutta risposta i manifestanti furono multati dalla polizia municipale per occupazione abusiva del suolo pubblico.
Laura Natoli