L’attivista Battaglieri : "No netto a Multiutility e al progetto Peretola. La mia Prato: più verde"

Intervista alla candidata a sindaco di "Alternativa per i beni comuni" "Stop a un’eccessiva cementificazione. Il centro? Sgravi per rivitalizzare i fondi chiusi" E su Cenni e Bugetti dice: "Vedo poca differenza...".

L’attivista Battaglieri : "No netto a Multiutility e al progetto Peretola. La mia Prato: più verde"

L’attivista Battaglieri : "No netto a Multiutility e al progetto Peretola. La mia Prato: più verde"

La molla che l’ha fatta scendere in campo le è venuta dopo aver letto di Fabrizio Gatti, "Bilal". È vedere gente che muore, il bisogno di diritti e giustizia sociale, il mettersi nei panni dei più fragili. Si chiama empatia e Paola Battaglieri, candidata sindaca per Alternativa per i beni comuni, la rivendica. Ma è anche vedere un’altra cosa: la generazione dei ventenni. Spesso rassegnata, con pochi sogni. "In questa campagna elettorale mi dicono che ragiono troppo per grandi sistemi ma se non c’è una cornice, una visione, di cosa parliamo?" C’è sempre una prima volta e questa corsa per le amministrative lo è per Paola, che si firma ‘architettrice’ come la protagonista del romanzo di Melania Mazzucco, attivista per l’ambiente da una vita (è pioniera de I’Gasse di Prato, gruppo di acquisto solidale). Mai una tessera di partito in tasca ma questo non le ha impedito di essere sostenuta da una lista – Alternativa per i beni comuni - che ha la falce e martello nel simbolo di Rifondazione comunista.

Quali sono questi beni comuni?

"Si riassumono in tre parole: aria, suolo, acqua. Tre beni che non possono essere privatizzati e da cui discende la qualità della vita, tre pilastri della nostra salute, tre elementi chiave per l’armonia del territorio che vogliamo preservare".

A tal proposito, sul vostro programma si legge che a Prato "fra il 2015 e il 2022 hanno sepolto ben 50 ettari di suolo sotto una coltre di cemento".

"Non lo diciamo noi, sono i dati dell’Ispra. Si parla tanto dell’alluvione che ha subito Prato, anche in questa campagna. Ma non c’è stata una riflessione sull’eccesso di cementificazione. Non serve la ricerca di un capro espiatorio a tutti i costi: possiamo dare la colpa a Zeus per le piogge o ai consorzi di bonifica ma il punto è come far diventare il territorio più ‘resiliente’ rispetto a questi fenomeni: si continua a costruire abusando dello strumento della perequazione".

Un esempio?

"Mi viene da pensare a delle soluzioni ‘spugna’ adottate in varie città costruendo vasche di contenimento nei parcheggi interrati".

Come vorrebbe vedere trasformata Prato fra cinque anni? "Una città più ordinata dal punto di vista della mobilità: una soluzione fattibile in cinque anni. E poi una città più curata sul verde, attenta alla partecipazione di realtà interessanti come i comitati. Ho vissuto per un periodo in Sardegna e sono rimasta folgorata dall’arte di Maria Lai con le sue opere tessili e intrecci di fili come metafora di nuove connessioni e relazioni per fare comunità, anche a Prato".

Il tema del centro storico le sta a cuore.

"Bisogna valorizzarlo con incentivi e sgravi fiscali per rivitalizzare i fondi chiusi. Non importa pensare a chissà quali eventi, abbiamo già la bellezza dei nostri luoghi d’arte. Da molti candidati si sente parlare solo di parcheggi e sicurezza quando questo centro andrebbe pedonalizzato di più, arrivando sulla movida a una mediazione fra le parti che porti a una regolamentazione degli orari".

Tre punti qualificanti del suo programma per cui i cittadini dovrebbero votarla.

"Giustizia sociale, ambiente e salute. Con un no netto alla Multiutility e all’ampliamento della pista di Peretola".

Una parola sugli altri contendenti?

"In generale, si vede poca distinzione fra le parti. Quando si parla di mobilità, ad esempio, sono sbagliati gli argomenti di partenza: i parcheggi sono grandi attrattori di auto. Se fossi un elettore di centrodestra avrei difficoltà a votare Cenni perché non mi differenzierei tanto da uno che vota Bugetti. Non sono più tempi per essere ‘borderline’…".

Maria Lardara