"Ci sono delle regole che vanno in base all’operatore che passa, a volte va bene a volte no". Si sfoga Antonio Leggieri, titolare della ritorcitura Diana di Oste. Il problema riguarda il servizio di raccolta porta a porta. Secondo la versione di Leggieri, non sempre i rifiuti vengono ritirati a discapito dell’azienda. La questione più spinosa segnalata dall’imprenditore, riguarda però il ritiro dell’indifferenziato, il bidone posto all’esterno dell’azienda non sempre viene ritirato. Il motivo? Gli scarti che si trovano all’interno: per Leggieri si tratta dei rifiuti derivanti dalla pulizia del pavimento della ritorcitura e quindi con pulviscolo e residui tessili, per Alia di scarti di lavorazione.
"Basta sapere come comportarsi - spiega l’uomo - pago 1800 euro l’anno di bolletta dei rifiuti per non usufruirne. Gli scarti di lavorazione vengono ovviamente smaltiti con un canale a parte, ma la sera quando spazziamo il capannone qualche residuo tessile resta in terra, avendo una ritorcitura è chiaro che sul pavimento ci siano dei rifiuti di origine tessile. Non è divisibile dal resto della sporcizia e della polvere, ma nonostante paghi 1800 euro di bolletta spesso il bidone non viene ritirato. Va bene anche affidarmi solo ad aziende private, ma non vedo perché devo pagare una cifra abnorme per non avere alcun servizio". Alia ha raccolto la segnalazione e ha messo in campo le necessarie verifiche, dalle quali è emerso che "i conferimenti segnalati dall’imprenditore riguardano veri e propri scarti tessili e residui di lavorazione. Dunque rifiuti speciali che, a norma di legge, non possono essere ritirati da Alia nel circuito di raccolta dei rifiuti urbani ma che devono essere smaltiti attraverso uno specifico iter, con una ditta privata specializzata e autorizzata".
Silvia Bini