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Interrogazione di Pieri, consigliera indipendente: "In un centinaio rischiano di essere escluse dal servizio" "Rivolgendosi al privato le spesa può aggirarsi anche attorno ai 5mila euro all’anno per famiglia" .

Interrogazione di Pieri, consigliera indipendente: "In un centinaio rischiano di essere escluse dal servizio" "Rivolgendosi al privato le spesa può aggirarsi anche attorno ai 5mila euro all’anno per famiglia" .

Interrogazione di Pieri, consigliera indipendente: "In un centinaio rischiano di essere escluse dal servizio" "Rivolgendosi al privato le spesa può aggirarsi anche attorno ai 5mila euro all’anno per famiglia" .

PRATOLa rivoluzione prevista per il trasporto sociale fa storcere il naso a chi, da maggio in poi, avendo un Isee parti o superiore ai 43mila euro, dovrà pagare il servizio, che è sempre stato gratuito. La decisione è stata presa dalla Società della Salute area pratese: equità sociale ed esigenza di ridurre la lista d’attesa di quanti ancora non fruiscono del servizio sono alcune delle motivazioni alla base della ‘rivoluzione’.

Ricordiamo che, annualmente, in sede di approvazione del bilancio, la Società della Salute Area Pratese, con delibera della giunta esecutiva, procede a determinare le soglie di accesso e le relative regole di compartecipazione ai servizi così come è previsto dal regolamento.

La novità che riguarda il servizio sociale, con la soglia Isee di 43mila euro, è importante. Una rivoluzione ce preoccupa molte famiglie della provincia che fino a ieri potevano contare sulla gratuità del servizio. E che ora si trovano a dover mettere in conto una nuova spesa.

Rita Pieri, consigliera comunale indipendente d’opposizione, ha presentato un’interrogazione sul tema. Pieri ha raccolto infatti una serie di lamentele e preoccupazioni che le sono arrivate da parte di alcuni dei cittadini che dovranno sostenere una spesa per un servizio così importante. Fondamentale.

"In questo modo le famiglie devono rivolgersi a strutture private. I servizi in oggetto non sono facilmente reperibili nel settore privato e comportano costi onerosi, che potrebbero aggirarsi intorno ai 5.000 euro annui per famiglia – afferma Pieri nell’interrogazione indirizzata a sindaco e assessore – La notizia ha generato sorpresa e sconcerto, perché era noto che era in fase di valutazione una compartecipazione da parte delle famiglie alla spesa, ma non la rimozione del servizio. Si rischia di escludere un numero significativo di nuclei familiari, probabilmente un centinaio circa – continua la consigliera comunale – che pur avendo un Isee superiore ai 43.000 euro non dispongono comunque di risorse economiche tali da sostenere le spese del privato".

Pieri ritiene che questa svolta possa determinare "una grave disuguaglianza nell’accesso al servizio e minare i principi di equità e universalità del sistema di welfare locale".

Per queste considerazioni la consigliera Pieri chiede "se siano allo studio misure di compensazione per le famiglie escluse, al fine di evitare che l’accesso al trasporto sociale diventi un privilegio per pochi" e se "l’amministrazione comunale intenda farsi promotrice di un confronto in Società della Salute per rivedere la soglia Isee o introdurre criteri maggiormente flessibili che tengano conto anche della composizione familiare e delle spese effettive".

Sa. Be.