Le nuove bike lane, le piste ciclabili ’soft’ realizzate di recente dall’amministrazione con una striscia bianca discontinua sull’asfalto, stanno creando diversi problemi alla circolazione. La questione principale è che da quando sono state disegnate, gli automobilisti che se le sono viste spuntare da sotto le ruote hanno provato a dare un’interpretazione del tutto personale del loro utilizzo. Non ci sono cartelli, solo delle biciclette disegnate lungo la linea. Da qui la deduzione che siano destinate appunto all’uso delle biciclette. Tutto corretto, ma non esclusivamente alle biciclette.
Quindi auto, autobus e tutti i mezzi a quattro ruote possono percorrerle a patto che in quel momento non ci siano ciclisti ad occuparle. Del resto le bike lane sono ciclabili di nuova generazione, informazioni in merito no ne sono state date, e la stragrande maggioranza degli automobilisti, che è adesso in circolazione, quando ha preso la patente nel quiz di allora non se ne faceva minimamente menzione. Da qui i misunderstanding che ad esempio in via Arcangeli o in via Roma contribuiscono e non poco, ad ingolfare la circolazione già sotto pressione.
Si perché se le auto, facendo l’esempio di via Arcangeli, hanno la possibilità di posizionarsi su due corsie, invece si mettono incolonnate l’una dietro l’altra per evitare di sormontare la bike lane, è facilmente intuibile che la fila si allunghi, i tempi di attesa al semaforo pure e quindi di conseguenza il traffico aumenta.
La differenza dalle piste ciclabili è che queste nuove strisce dedicate alle due ruote non sono tracciate in sede autonoma, non c’è alcuna separazione fisica con la carreggiata dove sfrecciano auto e bus, ma anzi, semplicemente redistribuiscono lo spazio ritagliandosi una striscia di asfalto. A differenza della piste ciclabile dove l’uso è esclusivo alle due ruote, nelle bike lane è previsto l’uso promiscuo quindi le auto possono oltrepassare la linea bianca tratteggiata senza incorrere in sanzioni, a differenza delle ciclabili dove appunto non è possibile transitarci in macchina.
L’intuizione è anche giusta, servono per regolamentare il flusso delle biciclette che invece di zigzagare tra i veicoli, adesso almeno in via Roma, via Arcangeli e via Marx sono costrette a percorrere la strada in uno spazio delimitato e ben riconoscibile, solo nel senso di marcia. Anche questo è un punto focale del nuovo strumento. A differenza delle classiche ciclabili che possono essere percorse in entrambe le direzioni, chi percorre le bike lane deve seguire per forza il flusso veicolare.
Cosa anche questa che ha generato più di un malinteso: nelle ultime settimane, dalla loro creazione, sarà capitato a più persone, di vedersi sfrecciare una bicicletta o un monopattino in contromano, ma lungo la bike lane. Ecco questo non è consentito dal Codice della strada oltre ad essere pericolosissimo.
Il Comune nell’ambito della riqualificazione della viabilità al Soccorso ha investito parte delle risorse per disegnare anche in via Marx le cosiddette bike lane, le strisce che delineano lungo la carreggiata esistente uno spazio per il passaggio delle biciclette e monopattini. "Una scelta per aumentare la sicurezza stradale ed evitare mezzi in controsenso", aveva detto l’assessore Marco Biagioni. Tutto vero a patto che gli automobilisti e i ciclisti riescano a capirne l’utilizzo. Se necessario sarebbero utili anche dei momenti informativi. Ne va della sicurezza degli utenti della strada e pure del traffico già molto congestionato.
Silvia Bini