"Ho studiato Youtube tutta la notte, per preparare questo discorso, ma non sono bravo come voi, non sono un esperto di cinema…". Lo dice con una tenerezza struggente, e con pudore Bernardo Gianni, abate di San Miniato al Monte, quando inizia il suo discorso, nella basilica di San Miniato, in ricordo di Francesco Nuti. Qui, Francesco Nuti troverà riposo, dopo un calvario durato anni. Sarà seppellito nel cimitero delle Porte Sante, che già ha dato accoglienza a molti artisti. "Oggi le campane danzano, il suo sarà un volo verso la luce dopo avere conosciuto il buio", dice padre Bernardo. Si parla delle sofferenze, delle voragini interiori di Francesco. Ma anche di uno dei suoi film più struggenti, "Madonna che silenzio c’è stasera". E dice: "Vi parlo con il cuore in mano, mescolando i ricordi di quando ero ragazzo, e da studente del ‘Cicognini’ potei fare una visita meravigliosa sul set di quel film. Francesco aveva una leggerezza dolorosa, una gravità lieve".
Tutti si commuovono quando Marco Masini strappa al silenzio le note di "Sarà per te", trasformando la canzone che Nuti portò a Sanremo nel 1988 in una specie di abbraccio infinito, fatto di musica, all’amico scomparso. "Tutto quello che è stato sarà per te", canta Masini che dice: "Il cuore c’era, nella mia interpretazione. È stato emozionante cantare davanti a tutte le persone che gli vogliono bene. È stato Francesco a guidarmi in ogni mia nota. Con Francesco ci siamo visti in molte occasioni, a parlare della vita, delle sue difficoltà, trovando delle similitudini fra noi. E’ stato una guida".
"Oggi non è il giorno dell’addio – ha detto il fratello di Nuti, Giovanni –. È un giorno di inizio, ci sono da fare tante cose, come rivalutare una serie di lavori di Francesco".
"Ci ha regalato film che non si cancelleranno mai", dice Carlo Conti. "Il ricordo più forte? La festa che facemmo per il suo 59esimo compleanno, quando Francesco con una forza incredibile si alzò dalla sedia a rotelle per ricevere, commosso, l’applauso del pubblico". Con Giorgio Panariello si erano incontrati a Prato più volte: "Quando ho fatto ‘Torno sabato’, il mio sogno era avere Francesco come ospite. Alla fine mi disse di sì, e fu quella la sua ultima esibizione televisiva. Un ricordo di lui? Quando mi fece vedere che aveva voglia di riprendere la sua vita in mano, e arrivò con un sacchetto di plastica e due birre analcoliche Tourtel. Come per dire: sono pronto per ripartire. E’ stato un grande poeta". Poi Pieraccioni: "Rimarrà per sempre con i suoi film: auguriamoci che le tv li passino spesso, e che anche i giovanissimi scoprano il suo talento".
Giovanni Veronesi, che ha scritto insieme a Francesco tutti i suoi film di maggior successo, dice: "Soltanto Francesco e Troisi erano capaci di fare quei monologhi infiniti, di tre, quattro minuti, che oggi nessun attore riuscirebbe a fare". Parlando di ricordi, Veronesi (c’era anche ilo fratello Sandro) aggiunge: "Ricordo quando scrivevamo i film a casa di Vincenzo Cerami, a Sabaudia: nella casa accanto c’era Alberto Moravia… Io ero al settimo cielo, ero entrato nel mondo del cinema e mi avevano chiamato subito in Nazionale, senza passare dalle giovanili. E tutto questo, grazie a lui. E con Francesco ho conosciuto tutti: Verdone, Troisi, Benigni. Io ero solo il garzone di bottega, ma era una fantastica bottega". Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha annunciato che ad un mese dalla sua scomparsa Firenze lo celebrerà con una grande serata in piazza Santa Croce, dove ha girato alcune scene di "Caruso Pascoski". Prato invece gli dedicherà le Manifatture digitali cinema.
Giovanni Bogani