Le care immagini salvate. Dopo l’acqua e il fango l’album da fare insieme

L’idea di Sedici: dare una seconda vita alle foto recuperate dopo il disastro. I punti di raccolta nei circoli e a settembre una mostra di memorie condivise. .

Le care immagini salvate. Dopo l’acqua e il fango l’album da fare insieme

Le care immagini salvate. Dopo l’acqua e il fango l’album da fare insieme

I ricordi sporchi di fango li ha visti con i propri occhi e con quelli della madre quando insieme hanno provato a salvare delle vecchie diapositive del 1986, il suo anno di nascita. Ce l’hanno fatta perché quel materiale, una volta ripulito dai residui di acqua e fango, è tornato a nuova vita. Una seconda vita, come Album² (alla seconda), il progetto lanciato dall’associazione culturale Sedici che nel titolo gioca anche con la formula dell’acqua (H2O). "Abbiamo pensato quanto sarebbe stato prezioso creare un racconto di ciò che ha resistito, di quelle immagini che non potevano andare perdute", racconta la fotografa Margherita Nuti di Sedici. Fotografie, diapositive, negativi, stampe custodite nei garage, nelle cantine e nei sottoscala di tante case, album di ricordi sommersi da acqua e fango.

L’associazione Sedici (ne fanno parte, oltre a Margherita Nuti, Claudia Gori, Filippo Bardazzi, Anita Scianò e Gaia Vettori) si è interrogata sulla memoria visiva di ciò che l’alluvione del 2 novembre ha distrutto, la memoria di archivi privati riversati sulle strade in mezzo ai detriti, mentre nei giorni dell’alluvione i cellulari di tutti registravano le immagini della devastazione. Margherita Nuti, figlia e nipote d’arte (il babbo è Giovanni, lo zio il caro Francesco) ne sa qualcosa, perché abita a Cerreto mentre la sua famiglia a Galceti. Stessa situazione anche per la presidente di Sedici, Claudia Gori, a Viaccia: l’acqua è arrivata anche lì. "Anziché realizzare una mostra fotografica con immagini alluvionate abbiamo pensato a una call aperta per ricostruire un racconto di comunità con il materiale salvato, con una restituzione collettiva alla città che vorremmo fare entro settembre – racconta Margherita - Lo facciamo in collaborazione con l’Arci, da sempre punto di aggregazione e cuore pulsante delle comunità". Il gruppo di Sedici è già entrato in possesso dei primi materiali ritrovati, recuperati per caso o perché legati ai propri vissuti familiari. Come delle fotografie che colgono la felicità una famiglia al mare e finite fra gli oggetti da gettare, oppure album di matrimoni o altri eventi importanti. Sarà come donare una nuova vita a pezzi di vita che magari stavano rinchiusi o dimenticati nei cassetti dei ricordi e che l’alluvione in un modo o nell’altro ha fatto riaffiorare nella nostra memoria.

Cinque i circoli dove si raccolgono e condividono queste memorie: 29 Martiri di Figline, Nuova Europa di Montemurlo, Casa del Popolo di Seano, Giuseppe Rossi di Sant’Ippolito, Caccia di Vaiano. Le foto salvate dall’alluvione del 2 novembre (non devono essere per forza immagini deteriorate, ma salvate) possono essere portate nei circoli oppure nella sede di Sedici in via Genova, dove una persona si incaricherà di custodirle. Per informazioni si può scrivere a [email protected].

Maria Lardara