ROBERTO BALDI
Cronaca

Le elezioni autunnali. C’è il compromesso: "Intesa sul 12 ottobre"

Giani cerca la mediazione in attesa del via libera dal Nazareno "Decideremo insieme l’election day al Festival delle Regioni a Venezia" .

Il presidente della Toscana Eugenio Giani

Il presidente della Toscana Eugenio Giani

La politica è l’arte del compromesso. Eugenio Giani lo sa bene. Il canale diretto per la candidatura bis passa a questo punto del gioco dal dialogo coi pretoriani fedelissimi di Elly Schlein al Nazareno (il duo Baruffi e Taruffi). In parallelo, rimane un’altra tela da tessere e concertare con gli altri presidenti di regione uscenti, quello dell’election day. Qui prende corpo la strategia di Giani: fissare la chiamata alle urne nel weekend del 12 ottobre.

Una data non casuale che rappresenterebbe la mediazione riuscita tra due esigenze contrapposte. Da una parte, quella del governatore toscano Pd di avere una tornata elettorale quanto più lontana dai "mesi più piovosi". Da giorni Giani avvisa i naviganti: "Votare con l’allerta arancione o rossa sarebbe sbagliato". Parte da qui, la proposta delle elezioni "entro fine settembre". Che però non tiene di conto dell’altra esigenza, tenuta più sottobanco. Quella di prolungare di qualche mese la scadenza naturale delle legislature di Puglia, Campania, Marche e Toscana (il pianeta Veneto orbita attorno a un satellite che guarda alla primavera ’26) a vantaggio di giunte e consiglieri regionali in carica con il mandato 2020.

Primo indizio: sibillino, giusto qualche giorno fa Giani aveva dato rassicurazioni a chi temeva un possibile slittamento al 2026: "Voteremo sicuramente in autunno. Ritengo che accanto ai fattori di specificità delle singole regioni sia auspicabile ricercare un coordinamento fra le Regioni al fine di ipotizzare la stessa data". Secondo indizio: avendo ottobre quattro domeniche, calendario alla mano, quella di mezzo corrisponde alla data del 12. "Sì, l’intesa può essere trovata su quella data", ammette Giani a La Nazione. Non prima di aver ribadito l’importanza della nobile arte della mediazione politica: "Massima disponibilità a ragionarci sopra per omogeneizzare la decisione con i presidenti delle cinque regioni che vanno al voto". Per dar manforte al ragionamento servirebbe però un evento tale da riunire i De Luca, Emiliano, Acquaroli, Testolin ad uno stesso tavolo per un unico election day come risultante finale da sottoporre alla timbratura del Viminale.

Terzo indizio: l’evento già c’è, ed è in programma dal 18 al 20 maggio a Venezia in occasione della quarta edizione del Festival ’L’Italia delle Regioni’.

Ma intanto, promette Giani, "al Festival decideremo la data del voto in maniera condivisa".

Francesco Ingardia