REDAZIONE PRATO

Le linee guida del Papa. Le indicò a Prato: "Comunità in cammino. E Patti di prossimità"

Il professor Bianchi analizza il testo letto nel novembre del 2015. No alla cultura dello scarto, impegno nella cosa pubblica e condivisione.

Leonardo Bianchi è anche esponente cattolico impegnato in ambito sociopolitico

Leonardo Bianchi è anche esponente cattolico impegnato in ambito sociopolitico

Il messaggio di Papa Francesco nel novembre del 2015 a Prato. Una cartella densa di significato, un messaggio lungimirante. Lo analizza Leonardo Bianchi, docente universitario di Diritto costituzionale all’Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Scienze Giuridiche, Scuole di Giurisprudenza e di Scienze politiche “Cesare Alfieri”, vicepresidente nazionale del Collegamento Sociale Cristiano– Amici di Supplemento d’anima ed esponente del mondo cattolico toscano impegnato in ambito sociopolitico.

Nell’incontro con la cittadinanza ed il mondo del lavoro di Prato il 10 novembre 2015, Papa Francesco tracciò incisivamente alcune linee guida del suo Pontificato come stile di una Comunità ecclesiale e di una vita personale in questo cambiamento d’epoca. Ne emerge il disegno di un popolo sempre pronto a mettersi in cammino e quindi anche in discussione, consapevole che uscire significa, sì, rischiare, ma anche vivere in pienezza, rimettere davvero al centro la persona – ancor più nell’era delle innovazioni tecnologiche, degli algoritmi e dell’intelligenza artificiale, di cui non subire il turbine, ma servirsi soltanto per migliorare la condizione dell’Uomo.

Non è un cammino semplice quello cui siamo chiamati, ricordava Papa Francesco, ma un percorso di condivisione insieme della gioia dell’incontro e della fatica dello stesso: realisticamente, non sono risparmiati conflitti, ma se ne comporta il superamento nell’unità (Evangelii Gaudium) e, di nuovo, nella riassunzione della consapevolezza che ciò che unisce i cristiani anzitutto (ma tutte le persone di buona volontà), nel mondo del lavoro come nella vita pubblica, è più forte delle differenze - che pure possono costituire una ricchezza -, ma soprattutto di ciò che divide: questo fa autenticamente crescere una Comunità che è chiamata a riscoprire e, soprattutto, a testimoniare le ragioni dell’impegno come servizio.

Fu nel richiamo a veri e propri “patti di prossimità” che Papa Francesco nell’incontro di Prato riassunse il contrasto alla cultura dello scarto ed il sostegno ai più deboli ed alle famiglie, invocando un’assunzione di responsabilità nella ricerca e nella decisione vitale, che deve segnare profondamente l’esistenza di ciascuno e anche della società, perché sia più giusta ed onesta, a partire dalla dignità del lavoro e nel lavoro.

Un messaggio amplissimo, dunque, che invita a riscoprire e vivere l’insegnamento sociale cristiano nel suo complesso e, soprattutto, a rendere così concreta testimonianza alla Speranza che è in noi, frutto della Pasqua di Resurrezione, nonostante le difficoltà, i travagli, le fragilità da cui sono afflitte le nostre persone, le nostre Comunità ed il mondo intero: Spes contra spem, diceva Giorgio La Pira! E Testimone fino all’estremo istante di una vita fragile e sofferente si è pienamente dimostrato Papa Francesco nello stile e nelle parole, all’insegna proprio di quella Speranza, del suo Messaggio Urbi et orbi di Domenica, che consegna al mondo come una sorta di testamento spirituale.

Leonardo Bianchi