Le mette il gps sotto l’auto. Alla sbarra per stalking

Il sessantenne non accettava la fine della relazione e la seguiva dappertutto

Scultura simbolo della lotta alla violenza sulle donne

Scultura simbolo della lotta alla violenza sulle donne

Non accettava la fine della relazione. Era talmente ossessionato da lei che era arrivato perfino a metterle un gps sotto l’auto in modo da seguire i suoi spostamenti e pedinarla. Con l’accusa di atti persecutori e violenza privata è finito a processo un sessantenne, originario di Battipaglia ma residente a Prato da una vita, assistito dall’avvocato Silvia Verrico, per il quale il pm Carolina Dini ha chiesto il rinvio a giudizio. Ieri si è aperta l’udienza preliminare di fronte al gup Francesca Scarlatti. Il difensore dell’imputato ha chiesto che il suo assistito venga giudicato in rito abbreviato condizionato all’audizione del consulente tecnico della difesa sulla perizia sul gps che è stato rinvenuto sotto il veicolo della donna, 54 anni residente a Lastra a Signa. Il giudice ha rinviato l’udienza a settembre. La donna si è costituita parte civile, assistita dall’avvocato Fabio Generini del foro di Firenze. Secondo quanto emerso dalle carte dell’inchiesta, il sessantenne compiva atti persecutori nei confronti della donna non accettando la fine della relazione. In particolare nel novembre 2022, avrebbe installato sulla sua auto un gps in modo da monitorare i suoi spostamenti. L’avrebbe "pedinata", si sarebbe appostato sotto casa sua e si faceva trovare nei luoghi abitualmente frequentati dalla donna, "rivolgendosi a lei in modo aggressivo e ingiurioso", si legge nel capo di imputazione. Atti persecutori che commetteva anche in presenza di altre persone. In un episodio, le avrebbe perfino sputato in faccia minacciandola alla presenza di testimoni. Poi le avrebbe lasciato alcuni oggetti e biglietti sul parabrezza dell’auto in modo da crearle un "grave stato di ansia e di paura, fondato sul timore per la propria incolumità" e costringendola a cambiare le proprie abitudini di vita. La donna, per paura di incontralo, si faceva accompagnare da parenti e amici nei suoi spostamenti. Era stata costretta a cambiare numero di cellulare e palestra in quanto l’uomo le dava il tormento. Un episodio in particolare l’aveva convinta a sporgere denuncia. L’uomo l’aveva raggiunta in auto e l’aveva trattenuta dentro l’abitacolo senza lasciarle modo di uscire. Aveva inoltre preso le chiavi della macchina e le aveva lanciate lontano. Episodio avvenuto nel gennaio del 2023. Un anno fa, dopo la denuncia, è arrivata la misura cautelare del divieto di avvicinamento. Ieri si è aperto il processo.

L.N.