"Le nostre case inarrivabili". Incubo per cinque famiglie. Sfollate da oltre due mesi

I residenti di Semita ancora in "esilio", ospiti di conoscenti oppure in affitto "Ci facciamo forza, anche se i problemi dopo l’alluvione si sono accavallati".

"Le nostre case inarrivabili". Incubo per cinque famiglie. Sfollate da oltre due mesi

"Le nostre case inarrivabili". Incubo per cinque famiglie. Sfollate da oltre due mesi

Il 2 novembre ha cambiato la vita di molti e per qualcuno l’ha messa in stand by a tempo indeterminato. E’ il caso delle cinque famiglie di Semita e Tracconi, due antichi insediamenti in una piccola valle che si apre fra Il Fabbro e Migliana, la zona dove l’alluvione di due mesi ha fatto i danni maggiori sulla viabilità in Valbisenzio: la tanta acqua caduta in poche ore ha lasciato isolata l’area sia per i collegamenti con la Sr 325, che con Migliana, ma soprattutto facendo scomparire la strada che conduceva ai due piccoli borghi, portata via dal fosso del Vado – esondato a Schignano – e dallo stesso torrente che ha, qualche centinaio di metri di dislivello sopra, inondato Chiusoli. Portati in salvo, dopo tre giorni di isolamento, attraverso fango ed acqua, dalla Protezione Civile, le cinque famiglie si trovano adesso in ’esilio forzato’, ospiti di parenti e conoscenti oppure in affitto. Un paio di famiglie, quelle di Semita, da pochi giorni son riuscite rimettere piede e a recuperare qualcosa dalle abitazioni, grazie ad una pista provvisoria realizzata dal Comune di Cantagallo. "Il sindaco ci è stato molto vicino – ci ha raccontato Serena Vignolini, che col compagno, gli zii del marito e la suocera abita a Tracconi - dobbiamo solo ringraziarlo. E ci facciamo forza, anche se le avversità si sono accavallate. Abbiamo dovuto acquistare una macchina, serviva al mio compagno per andare a lavorare, che per l’appunto è rimasta danneggiata in un tratto in cui la strada, a Vaiano, era malmessa per via del nubifragio. Abbiamo comprato anche nuovi vestiti e alcuni ce li hanno dati". Amara coincidenza, la Vignolini aveva da poco lasciato il lavoro da disegnatrice per dedicarsi alla nascita di una nuova attività, in un settore a lei caro, l’agricoltura. "L’acqua ha praticamente portato via il campo che avevo appena acquistato – prosegue la Vignolini, che si è trasferita a Vaiano dalla madre in attesa di una nuova strada per tornare a casa – ora sono dietro alle carte, per i vari indennizzi, ma per il terreno che prima avevo e adesso non ho più la modulistica non è ben chiara. Ma non molliamo: la vita va avanti". Spirito combattivo anche quello di Maria Pellizzi, la 72enne che insieme ai quattro figli ha trovato ospitalità da Miria Nuti, una conoscente che abita all’accesso della strada che non c’è più. "Mi arrangio come posso – spiega – e passo sopra ai sassi per andare ogni giorno a portare da mangiare al cane, un pastore maremmano, che è rimasto a Semita. La casa non ha subito danni ma è inutilizzabile: manca la corrente, il telefono e l’acqua perché il nubifragio ha portato via la sorgente". Anche i suoi figli hanno dovuto acquistare un’auto e noleggiarne una per continuare ad andare al lavoro.

Claudia Iozzelli