SILVIA BINI
Cronaca

Le nuove costruzioni. La Querce alza la voce. Confronto in Comune

Lunedì le commissioni 3 e 4 discuteranno della petizione da 400 firme contro l’ipotesi di edificare circa 20mila metri quadrati di suolo: "La precarietà della sicurezza ambientale dipende anche dall’eccessiva cementificazione".

Circa 20.000 metri quadrati di suolo saranno consumati per nuove edificazioni

Circa 20.000 metri quadrati di suolo saranno consumati per nuove edificazioni

È convocata per lunedì la seduta congiunta delle Commissioni 3 e 4. L’appuntamento è alle 10.45 nel salone consiliare, all’ordine del giorno il piano di lottizzazione e la conseguente cementificazione della frazione de La Querce. Dopo l’abbattimento dei 47 tigli di via Firenze a La Macine, che aveva suscitato forti polemiche la scorsa estate, il tema della tutela ambientale torna nel dibattito pubblico. Nel mirino c’è il progetto che riguarda La Querce: circa 20.000 metri quadrati di suolo saranno consumati per nuove edificazioni, sia private sia pubbliche, alle quali si aggiunge una variante che consentirà la costruzione di un nuovo supermercato nel cuore della frazione.

Una prospettiva che ha spinto un folto gruppo di cittadini a mobilitarsi. In pochi giorni sono state raccolte 400 firme contro il progetto, con una petizione che sarà discussa lunedì 28 aprile nella seduta congiunta delle Commissioni 3 e 4 del Comune. "Siamo contrari a nuove costruzioni in generale – spiegano i cittadini – perché portano via tanto verde pubblico e questo fa solo male all’ambiente oltre che alla nostra salute. Però, se è proprio necessario realizzare quest’opera, che si cambi la collocazione e si mettano d’accordo tutti, cittadini e commercianti".

Secondo i promotori della petizione, l’intervento andrebbe a insistere su un territorio già fragile dal punto di vista idrogeologico e aggraverebbe ulteriormente il traffico su via Firenze, la stessa strada dove furono abbattuti i tigli. "Già oggi è difficile transitare – raccontano alcuni residenti – e il restringimento della carreggiata dopo l’abbattimento degli alberi ha peggiorato la situazione. Figuriamoci con l’aumento di auto che un nuovo supermercato porterà".

Tra le contestazioni sollevate spicca anche il mancato riutilizzo di edifici già esistenti: "Non capiamo perché si debba sempre costruire nuovo, quando ci sono capannoni e spazi vuoti che potrebbero essere ristrutturati", lamentano i cittadini.

Dal canto suo, l’amministrazione comunale difende le scelte compiute. L’assessore ai lavori pubblici, Marco Sapia, e la sindaca Ilaria Bugetti richiamano il "processo partecipativo" svolto nel 2022 a La Macine e La Querce per dimostrare la condivisione degli interventi. Una versione che, però, non convince gli oppositori: già durante le proteste contro l’abbattimento dei tigli, era emersa una forte critica rispetto alle modalità con cui quel processo partecipativo era stato condotto, giudicato più una formalità che un reale ascolto della cittadinanza.

"La città deve ancora crescere – ha ribadito di recente la sindaca Bugetti durante un incontro pubblico –. Ci sono aree dove è previsto di costruire e si costruirà". Un’affermazione che si lega a un’altra questione cruciale: gli oneri di urbanizzazione. Come spiegato dalla stessa Bugetti, queste risorse sono considerate essenziali per finanziare gli interventi di messa in sicurezza del territorio. Ma la domanda che si pongono molti è se la sicurezza ambientale non sia invece compromessa proprio dall’eccessiva cementificazione. I dati Ispra del 2023 e 2024 parlano chiaro: Prato è tra i territori con il più alto consumo di suolo in Toscana. Un primato che pesa come un macigno sulle scelte urbanistiche future. Intanto, la comunità de La Querce attende l’appuntamento di domani come un momento decisivo per far sentire la propria voce. "Non è solo questione di traffico o di supermercati – commenta una residente –. È in gioco la qualità della nostra vita e quella delle future generazioni". Il confronto è alle porte.

Silvia Bini