Sono in dirittura d’arrivo le coclusioni della Commissione d’inchiesta regionale del consiglio toscano sull’alluvione del novembre del 2023. Venerdì riunione per analizzare il testo finale. Ci siamo. Le raccomandazioni sono pronte dopo un lavoro coordinato dalla presidente Elisa Tozzi, consigliere regionale di Fratelli d’Italia: sei mesi e oltre trenta audizioni. Dal quadro emerge "la necessità di rivedere il sistema di allertamento, così come quella di mettere in condizione i comuni di aggiornare celermente i Piani di protezione civile. C’è poi il grande tema del consumo di suolo, dobbiamo smettere di cementificare soprattutto nelle aree a rischio" sono state le parole di Tozzi.
I lavori della Commissione hanno evidenziato anche l’importanza delle conoscenze messe a disposizione dall’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino settentrionale guidato dal segretario Gaia Checcucci. "Il lavoro dell’Autorità di bacino è fondamentale per prevenire il rischio alluvioni... Dispiace che sia emerso che spesso l’Autorità non viene abbastanza coinvolta nella programmazione. Riceve in ritardo i dati sugli eventi alluvionali necessari ad aggiornare le mappe e non sempre viene ascoltata sulla valutazione dei progetti prioritari per la prevenzione" ha detto Tozzi. Una situazione che si auspica non si ripeta.
Gaia Checcucci è stata ascoltata dalla commissione. E’ stato ribadito che ci sono direttive governative da seguire e che la filiera dei piani di protezione civile coinvolge Regione, Province e Comuni. "Non è un caso che le direttive in materia di piani protezione civile del Consiglio dei ministri del 2015 e 2021 ribadiscano l’importanza che i piani di protezione civile tengano conto delle mappe del Piani di bacino, ed in primis del Pgra", dice Checcucci, il Piano di gestione del rischio di alluvioni che punta i riflettori anche su Prato.