Le startup da valorizzare: "Un sistema che funziona. Necessario sostenerlo"

L’appello di Tempestini (Confcommercio) alle istituzioni. "La resilienza e le competenze che queste aziende trasmettono devono essere supportate".

PRATO

La startup innovativa è un’impresa giovane, ad alto contenuto tecnologico, con forti potenzialità di crescita e rappresenta per questo uno dei punti chiave della politica industriale italiana. È un qualcosa da valorizzare. "Le esperienze vissute da queste aziende associate – commenta il direttore di Confcommercio, Tiziano Tempestini – testimoniano come fare impresa sul territorio, al netto degli inevitabili elementi di difficoltà, sia un percorso non soltanto possibile, ma anche carico di potenziali soddisfazioni. La resilienza, la passione e le competenze che queste aziende trasmettono è la medesima di molte altre che necessitano di essere supportate". La questione ruota attorno al sostegno economico che è fondamentale per dare linfa alle aziende giovani che scommettono sul futuro.

"Purtroppo però, dobbiamo anche rilevare che, circa il sostegno alla formazione di startup sul territorio, c’è ancora molto da fare - aggiunge Tempetini -. Nel luglio scorso, basandoci su dati forniti dalla Camera di Commercio di Pistoia e Prato, abbiamo elaborato uno stato dell’arte che ci ha fornito riscontri emblematici. Nel triennio 2021-2023 la mole delle nuove imprese nella provincia di Prato è calata del 10% (da 2.109 a 1.899) e, in questo contesto, sono quelle del commercio a denotare le maggiori difficoltà".

Ma le startup funzionano e possono dare ottimi risultati anche in termini economici: "Eppure queste storie ci indicano la direzione corretta: quella di supportare con risorse adeguate le iniziative imprenditoriali che sorgono sul territorio, determinando la costruzione di nuovo lavoro, prospettive, sviluppo condiviso". Certo non è facile, anche la scuola ha un ruolo, la formazione secondo l’associazione dei commercianti diventa determinante per riuscire ad ottenere risultati concreti.

"Il tema – prosegue Tempestini – è interrogarsi su come la figura dell’imprenditore viene concepita oggi, in particolare dalle nuove generazioni. È necessario che la riflessione si sposti nel mondo della scuola, affinché i giovani possano comprendere come e quanto, sviluppando la propria idea imprenditoriale, possano diventare in futuro protagonisti della vita economica e sociale della comunità. Se non nascono più imprenditori, inoltre, sul territorio si genera un cortocircuito in termini di residenzialità, socialità, sicurezza e attrazione di flussi turistici".

L’appello è alle istituzioni: "Le startup hanno quindi bisogno che le istituzioni, a tutti i livelli, credano in loro".