Caroppo
Meno male che la Chiesa pratese deve rispondere solo alzando lo sguardo in alto. E allora le cose sono dette come stanno. Chiaramente, senza giri di parole, senza tatticismi o rimandando la palla nell’altra metà del campo, quella dell’avversario (politico). Il vescovo Giovanni Nerbini ha invitato, contro lo sfruttamento nel lavoro, "a passare dalle parole ai fatti perché lo sdegno non basta più" ed ha sollecitato tutti a creare "una rete di contrasto ai fenomeni malavitosi che si fanno scudo di silenzio e collusioni".
Il parroco di San Giusto, Helmut Szeliga è sempre in prima fila accanto ai lavoratori pachistani sfruttati che chiedono dignità e diritti. Il peccato più grande? L’egoismo e l’indifferenza ha detto alle telecamere di Tv7 come aveva prima ribadito al nostro giornale. "Si è creata una situazione per cui coloro che hanno tanto vogliono avere ancora di più a costo anche di togliere a quelli che hanno meno o quasi nulla" ha detto don Helmut. "Il sistema va avanti da tempo nell’indifferenza, lo conoscono le istituzioni...".
Per fortuna c’è la Chiesa in campo, che non si gira dall’altra parte, che non giustifica. Che denuncia e chiede risposte a chi le deve dare. Senza giudicare quello che si è fatto prima, ma chiedendo che sia fatto qualcosa adesso per far fronte al ’sistema’ che mette in sinergia affari sporchi e sfruttamento dei lavoratori. Imprenditori cinesi senza scrupoli, che nonostante i controlli interforze, pensano di continuare a imporre la propria legge, non di rispettare quella del paese in cui vivono. Cinesi che se ne stanno sempre molto chiusi nella loro comunità. E godono di collusioni come ha detto il vescovo.
Mentre le polemiche tra i partiti (centrodestra e centrosinistra) e tra gli amministratori continuano (ex di una parte e dell’altra), aspettiamo con fiducia che i segnali da Roma si concretizzino. E continuiamo ad avere fiducia piena in una Chiesa senza bavaglio.