Acquisto di computer per consentire contemporaneamente la didattica a distanza dei figli e lo smart working per i genitori, oppure nuove televisioni da posizionare in varie stanze dell’appartamento così da conciliare la presenza contemporaneamente nella casa di tutti i componenti del nucleo familiare, o ancora il miglioramento dell’arredo dell’immobile per rendere più comoda la permanenza in casa che si è fatta molto più duratura a causa della pandemia.
Il Covid non ha solo stravolto le nostre vite, ma ha modificato pure le esigenze delle famiglie. E così sono cambiate le necessità per cui decine di pratesi decidono di ricorrere al Monte dei Pegni. Si tratta di una modalità di credito per ottenere liquidità immediata, impegnando oro, orologi d’alto valore, Rolex e diamanti a un tasso di interesse di 50 centesimi al giorno (il 7% l’anno). Prato dal 2018 non ha più una filiale in città del Monte dei Pegni (si trovava in centro in via Banchelli) ma decine di pratesi continuano ad andare fino a Firenze pur di avere accesso al credito su pegno. L’istituto era della Banca Popolare di Vicenza, poi è passato a Intesa Sanpaolo e dal luglio 2020 è stato rilevato da Banca Sistema, attraverso la società ProntoPegno.
I pratesi rappresentano l’8% dei clienti della filiale fiorentina del Monte dei Pegni e le loro polizze valgono complessivamente il 6%. Il ticket medio che viene stipulato dai nostri concittadini è di 1400 euro, cifra superiore rispetto alla media dei finanziamenti di ProntoPegno a Firenze che si assesta sui 1200 euro.
Con la pandemia è un po’ cambiata la fruizione dell’accesso al credito. Da un lato analizzando i dati 2020 troviamo un 30% di nuovi clienti che per lo più impegna beni preziosi per acquisti domestici, per pagare l’affitto, le bollette, o per adeguare la propria attività alle varie normative di prevenzione anticovid. Dall’altro vediamo che un 30% delle vecchie polizze è stato riscattato o rinnovato. Questo perché il coronavirus ha bloccato la quotidianità di molte persone che così non hanno più l’esigenza di avere liquidità immediata per fare viaggi, interventi estetici, tatuaggi o pagare il personal trainer. E si è fermata pure l’attività di molti stranieri, soprattutto filippini e cingalesi che usavano il Monte dei Pegni come una sorta di cassetta di sicurezza: lasciavano l’oro in Italia e tornavano in patria dalla famiglia. Per poi tornare a riscattarlo una volta rientrati a Prato o a Firenze. "Il nostro obiettivo è finanziare le necessità del momento delle persone – spiega Giuseppe Gentile, direttore generale di ProntoPegno – con l’obiettivo poi di fare riscattare il bene. Quello che facciamo ha una valenza sociale, perché finanziamo anche piccole somme di denaro in base alle esigenze dei clienti. E c’è pure una sorta di educazione finanziaria: da noi non vendi un bene, bensì lo impegni sapendo che dopo un determinato periodo di tempo devi riscattarlo". Non a caso il 98% dei clienti ha riscattato il bene, solo il 2% è finito all’asta. "Alla scadenza della polizza chiamiamo il cliente e gli diamo altri 912 mesi di tempo per riscattare il bene prima di metterlo all’asta. Noi preferiamo sempre il riscatto o il rinnovo del pegno. E sono capitate persone che hanno pagato il ticket anche pochi minuti prima che finisse all’asta".
Stefano De Biase