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L’erede Bargellini sui dipinti contesi: "Mio nonno li restaurò e li comprò. La diocesi non li ha mai richiesti"

Gli affreschi che erano nella chiesa di Santo Stefano alle Busche, dal 1952 sono nella casa dell’ex sindaco fiorentino. La contesa va avanti da anni. Nardi: "I carmignanesi possono venire a vederli quando vogliono".

L’erede Bargellini sui dipinti contesi: "Mio nonno li restaurò e li comprò. La diocesi non li ha mai richiesti"

"I cittadini di Carmignano possono stare tranquilli: gli affreschi sono al sicuro e possono venire a visitarli quando lo desiderano. Li considero un pezzo di città in casa mia": così il maestro Gregorio Nardi si esprime su questa "eredità" che fa discutere da quasi vent’anni, Firenze e Carmignano. Si tratta di 7 dei 10 affreschi Trecenteschi che erano nella chiesa di Santo Stefano alle Busche a Poggio alla Malva. La vicenda, lo ricordiamo, è riemersa nell’ultimo consiglio comunale a Carmignano in quanto la consigliera di Forza Italia Angela Castiello ha chiesto, attraverso una interrogazione, di fare chiarezza.

Gregorio Nardi, pianista, è il nipote di Piero Bargellini e gestisce "Casa Bargellini", la casa-studio dell’ex sindaco di Firenze, diventata "Casa della Memoria", in via delle Pinzochere. "Intorno al 1952 – racconta Nardi – per l’amicizia che aveva con don Matteucci, il nonno si fece carico di far staccare questi affreschi dalla chiesa, sottoporli a restauro che peraltro fu molto costoso e collocarli in questo studio che è stato poi arredato in base a tali opere. Dei 10 affreschi, tre furono restituiti alla chiesa (l’adorazione dei pastori, il bacio di Giuda e la flagellazione) e 7 dal 1954 sono in questo studio. Gli affreschi hanno la certificazione del restauratore e il nonno sono convinto li ha acquistati dalla parrocchia ma il documento di compravendita non è stato ritrovato. La Diocesi di Pistoia a sua volta non ha mai dimostrato il possesso di questi affreschi. La proprietà è quindi passata con la divisione ereditaria prima alla mia mamma, poi a me. La Sovrintendenza non ha mai fatto azione di esproprio ma ha notificato agli eredi la provenienza degli affreschi e cioè da Carmignano, precisando la loro inalienabilità e inseparabilità".

Nardi aggiunge che questi atti furono firmati dal soprintendente Bruno Santi (in carica dal 2004 al 2008, ndr) e da Antonio Paolucci, direttore regionale fino al 2006 per i beni culturali e paesaggistici della Toscana, peraltro scomparso di recente. Sugli affreschi ha indagato la Guardia di Finanza che ha appurato la provenienza delle opere e cioè la chiesa di Santo Stefano alle Busche.

Perché allora nel 2006 la famiglia Bargellini scrisse una lettera alla stampa locale dichiarandosi disponibile alla restituzione degli affreschi? "Semplicemente perché il ramo della famiglia – risponde Nardi – che scrisse quella lettera non erano gli eredi degli affreschi. In questi anni diversi carmignanesi sono venuti allo studio e ricordo la commozione di un uomo anziano quando vide la decollazione di San Giovanni Battista: gli ricordò quando da bambini giocavano a nascondino nella chiesa e mentre era lì dentro, quel particolare lo colpì e fuggì via e rivederlo ripulito e restaurato in questo studio lo fece piangere. La chiesa di Santo Stefano sapete in che condizioni è, dove dovrebbero andare questi affreschi? Già nel 1967 dicemmo no ad una mostra a palazzo Strozzi perché non era il caso di staccarli dalle pareti". In pratica, Gregorio Nardi sostiene che fino a prova contraria gli affreschi sono di proprietà della casa-studio "Piero Bargellini" e spetta alla Diocesi presentare le carte di possesso e poi ci sarebbero da valutare anche i requisiti per l’usucapione.

M. Serena Quercioli