REDAZIONE PRATO

Lettere ai tedeschi al Museo di Figline

Un altro registro, ma il teatro è sorridere, far riflettere pensare e non dimenticare. Lo sa bene Maila Ermini (foto),...

Un altro registro, ma il teatro è sorridere, far riflettere pensare e non dimenticare. Lo sa bene Maila Ermini (foto),...

Un altro registro, ma il teatro è sorridere, far riflettere pensare e non dimenticare. Lo sa bene Maila Ermini (foto),...

Un altro registro, ma il teatro è sorridere, far riflettere pensare e non dimenticare. Lo sa bene Maila Ermini (foto), che da anni difende il suo spazio di libertà de La Baracca. Questa volta non sarà però il teatro di Casale ad ospitare una nuova replica di Lettere di tedeschi, ovvero il gelataio di Amburgo e altre grigie storie, scritto da Ermini con Gianfelice D’Accolti, ma il Museo della deportazione di Figline: l’appuntamento è lunedì 5 maggio alle 21 e l’ingresso è libero.

Il testo è ipirato a I Sommersi e I Salvati, ultimo libro di Primo Levi, in cui lo scrittore torinese deportato a Auschwitz in quanto ebreo e sopravvissuto all’Olocausto analizza la vita nei lager, in particolare il rapporto fra le vittime e i carnefici, tentando di uscire anche da una ormai per lui irritante interpretazione della tragedia dei campi di concentramento in chiave di "banalità del bene".

Nell’ultimo capitolo del libro Levi pubblica le lettere ricevute dai tedeschi dopo la pubblicazione della traduzione in tedesco della sua opera più famosa Se questo è un uomo e le commenta e discute con la sua caratteristica lucidità di analisi antropologica e morale, focalizzandosi sulla cosiddetta "zona grigia" nei campi di concentramento e sul suo rapporto col traduttore in Germania, che tra l’altro era stato un partigiano in Italia, oppositore di Hitler.

Ma nella pièce c’è anche altro, che appartiene ai ricordi personali dell’attrice e drammaturga: storie di famiglia, che all’epoca viveva vicino alla Linea Gotica. Il nonno riuscì a scappare dalla sua destinazione ormai certa verso Mauthausen; il padre, con i genitori e i fratelli, visse insieme ai tedeschi in ritirata per quindici lunghissimi giorni.