Licenziamenti al Pecci. Lettera dei lavoratori: "Intervengano i soci"

Parole dure contro la gestione attuale: "Mancano programmazione e chiarezza. Esiste una debolezza strutturale, ma un disavanzo così non c’era mai stato".

Licenziamenti al Pecci. Lettera dei lavoratori: "Intervengano i soci"

Licenziamenti al Pecci. Lettera dei lavoratori: "Intervengano i soci"

I licenziamenti non sono giustificabili. In nessun modo. Lo scrivono chiaramente in una lettera i dipendenti del Pecci che hanno già annunciato l’intenzione di scioperare se il confronto di oggi in Regione fra cda, Comune, Regione stessa e sindacati non darà l’esito sperato, ossia il ritiro del provvedimento.

"Crediamo che nessun piano di risanamento possa legittimare il licenziamento dei nostri due colleghi e vogliamo sottolineare come non ci sia nessuna programmazione o chiarezza progettuale nella direzione che il Centro Pecci continua a perseguire in questo momento – si legge in un passaggio della lettera – In questi giorni abbiamo visto le più diverse prese di posizione sul Centro Pecci, la sua storia e la sua crisi attuale. Sono state ascoltate dai media varie persone, più o meno dentro al sistema dell’arte contemporanea e vicine al Centro Pecci. Con rammarico constatiamo come alcune di queste persone abbiano espresso le loro opinioni senza avere tutti gli elementi per esprimersi. Crediamo dunque che mai come adesso sia necessario che la voce dei lavoratori del Centro Pecci sia ascoltata, anche perchè la reputazione del museo è danneggiata da alcuni di questi commenti e questo si riverbera inevitabilmente sulla professionalità di noi tutti".

I dipendenti poi rincarano la dose: "Sono state prese delle decisioni che hanno condotto all’attuale crisi finanziaria, perché una debolezza strutturale è sì rintracciabile, ma un disavanzo di tale portata non è stato mai vissuto dal museo, quantomeno dagli anni del suo ampliamento, il 2016 – proseguono i lavoratori –. Come dipendenti del Centro Pecci abbiamo chiesto che i soci della Fondazione per le arti contemporanee in Toscana prendessero una posizione e ottenuto un incontro per il quale ringraziamo Comune e Regione. Siamo tuttavia estremamente preoccupati da quanto leggiamo quotidianamente nei giornali - accordi evidentemente sfavorevoli per la Fact, possibili esborsi per cause legali - e per l’attuale gestione quotidiana del personale e dell’attività del museo. Per questo torniamo a rivolgerci ai soci pubblici quali garanti di un patrimonio che non può essere disperso, perché svolgano il loro ruolo di controllo e indirizzo e prendano tutte le decisioni indispensabili a tutelarlo". La giornata di oggi, dunque, sarà più che mai decisiva.