Prato, 28 maggio 2023 - Il ticket massimo per usufruire di una visita specialistica ambulatoriale attraverso il sistema sanitario pubblico si aggira intorno ai 38 euro. Un costo che potrebbe essere abbordabile e alla portata delle tasche della maggior parte dei cittadini, solo se le liste scorressero secondo i tempi previsti dalla stessa Regione Toscana e solo se il servizio non fosse erogato, in alcuni casi, a mesi di distanza.
Tempi troppo dilati che a fronte di questioni di salute spingono spesso gli utenti - purtroppo, ovviamente soltanto coloro che possono permettersi d ricorrere al cosiddetto out of pocket , cioè pagare di tasca propria la spesa sanitaria o attivare la copertura assicurativa - verso la sanità privata, che di risposte rapide e tempestive ne ha da offrire molte, ma con un maggiore peso economico da sostenere da parte dell’utente. Una cifra che si aggira intorno a tre volte di più rispetto al ticket base del servizio sanitario pubblico. In sostanza, le liste d’attesa ’lumaca’ vanno ad incidere tre volte in più sul bilancio delle famiglie rispetto al ticket della sanità pubblica. Il che si traduce in un altro fenomeno, che negli ultimi anni, soprattutto dal periodo in uscita dalla pandemia, sta emergendo con una certa evidenza: i cittadini rinunciano a curarsi. Ed uno dei principali motivi di tale rinuncia è legato alla barriera delle lunghe liste d’attesa con la difficoltà di accesso alle visite e agli esami diagnostici. Un dato che è stato rilevato dall’Istat: sono oltre 4 milioni gli italiani che lo scorso anno hanno rinunciato a curarsi a causa di lunghe attese e costi troppo elevati. Sempre secondo l’Istat nel 2022 le persone che si sono sottoposte a visite specialistiche è diminuito passando da dal 42,3% nel 2019 al 38,8% nel 2022; stessa situazione si replica per gli accertamenti diagnostici, passati dal 35,7% al 32,0%.
Tornando neIl’ambito dell’Asl Toscana Centro, come comunicato dalla medesima azienda sanitaria, i due settori in maggiore affanno sono riguardo al rispetto dei tempi delle liste d’attesa sono otorino (60,7% nei tempi regionali) e dermatologia (73,6%), seguiti da urologia (79,3%), ginecologia (87,5%), cardiologia (88,2%), neurologia (88,4%). Da ricordare, a proposito, che in teoria un esame urgente deve essere garantito in 72 ore, l’attesa breve prevede 10 giorni al massimo, mentre un test differibile va eseguito in 15-30 giorni in base alla tipologia. Un esame programmabile va prenotato entro 120 giorni.
Ad esempio, sulla scorta di una rilevazione effettuata dal giornale nei giorni scorsi con alcuni istituti medici cittadini, una visita con l’otorino si può ottenere a 100 euro il 30 maggio, o a 120 il 31 maggio; se poi si ha pazienza di aspettare fino al 9 giugno (prima disponibilità) il costo può essere di 75 euro.
Per una visita urologica, il cittadino potrebbe avere un appuntamento già il 30 maggio al costo di 82 euro o il 5 giugno a 102 euro. All’Asl una visita urgente di otorino si ottiene in 15 giorni di media, mentre per quanto riguarda l’urologia in 12 giorni di media. Sul fronte cardologico, negli istituti privati si va da una visita al costo di 67 euro (con esami in mano da mostrare al medico, come elettrocardiogramma e ecocardiogramma o ecocolordoppler), che sale a 75 compreso l’elettrocardiogramma o a 112 con diagnostica completa. Appuntamenti? Già da lunedì mattina.