Sopra le colline di Filettole, immerso nel borgo in cui si staglia la chiesetta sapientemente recuperata dopo i bombardamenti della guerra, c’è il ristorante Logli Mario, gioia del palato e anche della vita. Mura antiche, ciottoli, verde e un terrazzo da far invidia ne fanno un posto unico per Prato e per i pratesi.
Dietro al bancone c’è Gigliola, oste gentile che conosce quasi tutti i clienti ormai per nome e ai quali riserva sempre un sorriso oltre che il conto a fine pasto. Sì perché nonostante l’età, già da pensione inoltrata e in questo caso è solo un vanto, è ancora oggi la bandiera del ristorante insieme alla sorella Deanna. Non importa se è stata lei a rilevare l’attività che fu di suo padre Mario e sua madre Ada, prima bottega e poi dal 1948 locanda, lei ancora oggi è in prima linea a controllare di persona che tutta vada secondo i piani. I piani sono quelli di un oste che lo fa da una vita: la mattina presto mettendosi ai fornelli e poi dopo a controllare che i lavori procedano al meglio in base alle direttive di chi conosce giusti e necessità dei clienti che dal mercoledì alla domenica, pranzo e cena, non mancano a dare vita al ristorante. In inverno nelle sale antiche del casale e in estate nella terrazza che affaccia sulla piana e che mette l’anima in pace solo con uno sguardo.
"La location è importante, il nostro esterno è sicuramente un valore aggiunto, ma contano tanto anche l’impegno e la dedizione e noi ne mettiamo tantissima", dice Clarissa Pozzarini, terza generazione della famiglia al comando della brigata che ogni giorno sforna primi, secondi, contorni e dolci. La storia del ristorante Logli inizia prima della guerra nel borgo di Filettole dove il nonno Mario vendeva olio e vino ai viandanti e ai residenti della zona. Poi la bottega per merende e ristoro di chi aveva lavorato nei campi o nelle fabbriche della Prato operosa. Bottega e punto telefonico pubblico che ancora oggi esiste con il numero rimasto lo stesso per decenni (0574) 23010. Per chi non lo sapesse, tutt’ora, il ristorante Logli è al servizio di chi deve chiamare casa o altro, con telefono rigorosamente a scatti. Tant’è. Baluardo del passato che si staglia sulla collina dalla quale si vede tutta Prato buon ristoro del corpo ma anche dell’anima. Il menù nel 1948 era pollo alla griglia, penne alla Logli, classico ragù toscano mantecato con il Parmigiano, eccellenza dell’Italia. Oggi, a 70 anni di distanza, nel menù ci sono pollo alla griglia e penne alla Logli a dimostrazione che i tempi cambiano, ma è necessario restare ben ancorati alle radici sane. L’ingresso nella società e nelle fatiche quotidiane dei fratelli Clarissa e Filippo ha portato valore aggiunto: i piatti sono ancora quelli della tradizione, ma nel tempo, lei Clarissa pasticcera nell’anima, ha saputo mettere un tocco di modernità anche alla più classica delle ricette perché la storia va rispettata. E non esiste un modo migliore per rispettarla se non quella di adattarla al tempo che cambia. E così il ristorante Logli, incastonato nel verde di Filettole, con lo sguardo sulla piana, da qualche tempo ha deciso di riservare la sera del venerdì ai giovani: tavolate, compleanni, orari più dilatati rispetto al solito. Una formula che piace e che permette di mantenere sabato sera e domeniche, a disposizione delle famiglie. "I ragazzi hanno compreso questa formula e devo dire che funziona - aggiunge Clarissa -, il venerdì è dedicato ai giovani, ai quali ci raccomandiamo la puntualità, ma tanto prima delle 22 non si presentano mai...", sorride Clarissa. Un ristorante che ha una lunga storia alle spalle è capace di adeguarsi ai tempi per resistere nel tempo. Un successo, che non sarebbe possibile senza la guida della famiglia e il lavoro di tutti i collaboratori, un’attività imprenditoriale che ha tenuto testa alle pandemia, alle crisi economiche, alle rivoluzioni della società. Il risorante Logli c’è e ci sarà, bandiera di Prato e della pratesità.
Silvia Bini