Prato, 6 novembre 2024 – Viandante, camminatore, pellegrino. Stefano Filippi amava respirare la natura, calpestare la terra tra il verde dei boschi e delle colline. Una passione profonda per il viaggio a piedi e il camminare a passo d’uomo.
La sezione “Bertini” del Cai Prato, che è presieduta da Paola Fanfani, assieme ad un folto gruppo di soci e amici ha reso omaggio proprio a Filippi a quindici mesi dall’improvvisa morte sui sentieri che tanto amava. In sua memoria è stata installata una panchina all’anfiteatro Santa Lucia.
Una sosta dalla quale mirare la Calvana e ricordare un socio appassionato di sentieri che tanto si era prodigato per organizzare il cammino di san Jacopo, da Firenze a Livorno, passando anche per Santa Lucia.
“Il nostro Stefano – racconta con la voce ancora tremante di emozione la presidente del Cai – morì nel luglio dello scorso anno a causa di un malore durante un’escursione nel Chianti. Era eccezionalmente solo, di solito, invece, amava camminare in compagnia con gli amici”. Stroncato da un malore fatale a soli 48 anni. E’morto a San Donato sulla via Romea che da Firenze conduce a Siena.
“Era forte, un camminatore in Italia e all’estero. Allegro, gioioso – ricorda anche Fanfani – scriveva poesie che celebravano la natura e il condividerla con gli altri”.
Come i versi in notturna al Corno alle Scale: “La ridiscesa fu lenta/senz’ombra nera molesta/ il gruppo raggiunse il Cavone/per rifugiarsi in colazione/prima del commiato/ma col cuore colmato”.
E a Filippi ha voluto intitolare una panchina anche la Comunità toscana Il Pellegrino, proprio nella zona in cui è morto. Un simbolo, perché la panchina, per chi cammina, è un punto di sosta, uno spazio per riposare, un luogo di contemplazione per ammirare il paesaggio.
Al Cai di Prato c’è tutta la volontà di testimoniare ancora l’affetto per questo grande amico. Il prossimo anno la sezione pratese festeggerà 140 anni dalla fondazione e la macchina organizzatrice della ricorrenza si metterà presto in moto.
“Sarebbe un’occasione per ricordare ancora Filippi – aggiunge Fanfani – perché è davvero un esempio per tanti altri camminatori. Amore per la natura e per gli amici”.
ma.chi.