REDAZIONE PRATO

L’ospedale torna a respirare e ‘guadagna’ 14 posti letto

Sono destinati ad ospitare i degenti nell’area medica polispecialistica. Novità per il pronto soccorso: da oggi 34 posti in osservazione breve intensiva

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L’ospedale Santo Stefano sta tornando alla normalità a piccoli passi. La strada è ancora in salita, ma anche nel fine settimana scorso la direttrice Sara Melani ha proceduto con la chiusura di una decina di letti Covid. I posti ordinari per i degenti affetti dal virus rimangono, comunque, sempre in numero consistente, passando da 79 a 69. "Con questa chiusura abbiamo potuto destinare 14 letti all’area medica polispecialistica", spiega la direttrice Melani. Un provvedimento che fa ben sperare sull’andamento in frenata della pandemia da Covid. A questi 14 letti a disposizione dei ricoveri ordinari non Covid, si aggiungono, ricordiamo i 28 di area chirurgica già attivati nella scorsa settimana.

Una riorganizzazione che sarà utile anche per far respirare il pronto soccorso del Santo Stefano, quotidianamente alle prese con la ricerca di posti letto in cui poter ricoverare i pazienti già trattati e pronti ad arrivare a destinazione nei vari reparti interni. Ricordiamo che i dati dei ricoveri del pronto soccorso sono in linea con quelli degli altri pronto soccorso dell’Asl Centro: il che significa che vengono eseguiti 20-25 ricoveri in area medica e una decina di ricoveri fra Utic, cardiologia, chirurgia, ortopedia. La direzione ospedaliera ha messo mano pure alla riorganizzazione della degenze oncologiche oltre che alle dimissioni. "Siamo riusciti a recuperare dei posti per l’osservazione breve intensiva, l’Obi, il settore gestito dal pronto soccorso - prosegue Melani - passando da 25 a 28 fino ad oggi quando saranno a disposizione 34 letti. La terapia intensiva Covid rimane sempre con 10 posti disponibili". Resta sempre attiva quella cellula creata ad hoc per quella tipologia di pazienti che arrivano in pronto soccorso per patologie differenti e poi vengono scoperti positivi al virus ( 12 letti nel settore 2). Un’operazione di ritorno alla normalità che va di pari passo con l’annunciata volontà da parte della direzione aziendale di trovare soluzioni organizzative migliorative fra pronto soccorso e reparti per evitare che i pazienti rimangano troppo a lungo in barella. Intanto oggi e domani il sindacato Smi (sindacato medici italiani) con Simet ha proclamato uno sciopero con manifestazione davanti al Ministero della salute a Roma e la commemorazione dei colleghi deceduti per Covid. "Scioperiamo per avere riconosciuti i nostri diritti come infortunio sul lavoro, malattia, maternità, ferie - dice Pier Franco Mantovani, segretario Smi - . Scioperiamo perché milioni di cittadini sono senza medico di famiglia, per gli accorpamenti delle guardie mediche".

Sara Bessi