
La manifestazione del Sudd Cobas per le vie della città foto Attalmi
"Il clima è cambiato, è molto diverso rispetto a prima. Il negazionismo da parte sia della città che dei lavoratori sul fenomeno dello sfruttamento lavorativo è diminuito, c’è una maggiore presa di coscienza e consapevolezza. C’è meno paura tra i lavoratori che si sentono più tutelati". Ne è convinto Luca Toscano, esponente del sindacato Sudd Cobas, da anni al fianco dei lavoratori principalmente stranieri, soprattutto pakistani, che piano piano hanno alzato la testa da un sistema di sfruttamento e di lavoro a nero di datori cinesi, reso possibile dalla situazione di necessità e, spesso, di clandestinità degli stessi operai. Una battaglia combattuta a furia di picchetti, scioperi, spesso rischiosi.
Come ha avuto modo di dichiarare il procuratore Luca Tescaroli in una intervista al Quotidiano Nazionale a fronte di un’esclation di violenza legata non solo alla ’guerra della grucce’ (estorsioni tentati omicidi, incendi, danneggiamenti a strutture imprenditoriali), sono stati 53 i lavoratori che sono usciti dall’ombra e hanno denunciato una condizione lavorativa fuori legge, incurante dei diritti. Un risultato raccolto in pochi mesi e frutto da una parte dell’appello del procuratore capo lanciato il 6 febbraio scorso a cui si aggiunge sicuramente l’impegno del sindacato Sudd Cobas che da sei anni è sulla piazza pratese per contrastare il fenomeno dello sfruttamento e del lavoro senza diritti.
"Le denunce dei lavoratori che si rivolgono a noi vengono presentate in genere all’Ispettorato del lavoro. Quando poi si ravvedono motivi di reato – afferma Toscano – vengono inviate direttamente in Procura attraverso la polizia giudiziaria. Noi ne abbiamo presentate molte attraverso l’Ispettorato del lavoro".
Toscano guarda alla strada che è stata intrapresa fino ad oggi e sottolinea che davvero "qualcosa è cambiato e sta cambiando nella presa di coscienza dello sfruttamento lavorativo", per cui "si arriva al Primo Maggio respirando un clima differente perché c’è meno negazionismo. Per noi è una dimostrazione che la campagna primavera 8x5 avviata da qualche settimana sta portando dei risultati, prima di tutto perché così si è rotto un muro di paura con l’apertura da parte degli operai di una forma di sindacalizzazione, anche nelle piccole realtà produttive".
Fino ad oggi la protesta dei Sudd Cobas ha portato in piazza o nei picchetti di fronte alle imprese a conduzione cinese solo lavoratori pakistani o bengalesi. Adesso il fronte di chi intende unirsi alla lotta pare allargarsi anche agli operai cinesi.
"Molti di loro stanno dimostrando simpatia e solidarietà rispetto agli scioperi, anche se ancora non riescono ad essere in prima linea – sottolinea il sindacalista – Perché adesso? Perché la paura è diminuita, gli operai si sentono più protetti, tutelati nella rivendicazione dei loro diritti a contratti regolari 8x5 con riposi, ferie e malattie riconosciuti". Per sensibilizzare quanto più possibile i lavoratori cinesi ad avvicinarsi alla lotta sindacale, il Sudd Cobas ha cercato di aprire un altro varco nella barriera linguistica: "Abbiamo elaborato un messaggio audio in lingua cinese che stiamo facendo circolare grazie a casse Bluetooth nelle varie fabbriche di via della Toscana per spiegare e comunicare l’iniziativa agli operai cinesi. Un appello per invitarli a partecipare all’inaugurazione. Abbiamo ricevuto un buon feedback – conclude Toscano con un auspicio – Speriamo che venga riconosciuta come beneficio l’estensione dei permessi di soggiorno a coloro che collaborano. Andrebbe usata come strumento per rafforzare il meccanismo di coloro che intendono denunciare situazioni di illegalità".
Sara Bessi