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Luana D'Orazio, Alberto, il fidanzato, lancia una mobilitazione social per il suo compleanno
PRATO
"Aiutatemi a intasare i social con la foto di Luana. Facciamoci sentire, facciamo questa battaglia non solo per lei ma anche per tutti gli altri morti sul lavoro. Questa storia deve finire. Ci sono 2-3 decessi al giorno in Italia, 1200-1300 all’anno. Il sacrificio di Luana non è servito a nulla". E’ l’accorato appello-video (visibile anche su www.lanazione.itprato) pubblicato sulla pagina Facebook e Instragram di Alberto Orlandi, fidanzato di Luana D’Orazio, che non si rassegna alla perdita della sua ragazza, morta in un modo così tragico. E alla vigilia del venticinquesimo compleanno di lei, Orlandi torna a far sentire la sua voce per organizzare una grande mobilitazione social perché "Luana se lo merita" e perché "non si può morire sul lavoro" nel 2023.
Alberto, domani sarebbe stato il compleanno di Luana.
"Sì, avrebbe compiuto 25 anni. Anzi, compie 25 anni".
Non l’ha dimenticata.
"Certo che no, Luana vive dentro a tutte le persone che le hanno voluto bene. Ci dà la forza di andare avanti".
Come si sente ora?
"Dopo due anni ammetto che sto un po’ meglio. Ho passato dei periodi bui in cui non riuscivo più a parlare di questa storia. Adesso mi sono ripreso, altrimenti non sarei riuscito a lanciato la mobilitazione".
Che cosa ha organizzato per domani?
"Una catena social per Luana. Chiedo a tutti di partecipare per fare più rumore possibile".
Come si fa a partecipare?
"Donami, nel giorno del suo compleanno, vi chiedo solo di prendere una foto di Luana dai suoi profili Facebook o Instagram e di condividerla facendo una storia con l’hashtag #tusorridisorridisempre. Se poi volete, potete taggare anche me, @albe_orlandi, in modo che io possa ricondividere le storie e mobilitare tutti i social. Ho preso le ferie per farlo. Spero che questa ’catena’ arrivi a chi di dovere perché questa scia di morti deve essere fermata".
E’ anche un modo per festeggiare Luana?
"Certo, lo faccio soprattutto per ricordare lei, perché il suo sacrificio serva a qualcosa. Chi era responsabile ha avuto un anno e mezzo di tempo per difendersi durante le indagini, poi ha patteggiato ammettendo le sue colpe".
Intende i titolari della ditta per la quale Luana lavorava?
"Sì. E le condanne? Ridicole. Due anni per la titolare e un anno e mezzo per il compagno. Alla ditta è stata fatta una multa di 10.000 euro e basta. Non è nemmeno colpa loro, è il sistema che non funziona. A qualcuno fa comodo che sia così".
In che senso?
"Cosa hanno fatto i governi per fermare gli incidenti sul lavoro? Nulla. Capisco che ci siano altre emergenze, ma anche questa lo è. Solo nell’anno della morte di Luana, sono decedute più di 1400 persone. Lei era la numero 185. E che cosa è cambiato? Nulla. La ditta dove lavorava Luana non ha chiuso mai, solo la mattina del funerale. Si commenta da solo".
Il video che ha pubblicato su Instagram ha avuto molte visualizzazioni, spera che domani rispondano in tanti?
"Me lo auguro, dobbiamo essere tantissimi in modo che il messaggio sia più forte possibile. Il video, per ora, sta andando bene, sono fiducioso. Non mi stancherò mai di portare avanti questa battaglia di civiltà. L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, non è accettabile che non venga garantita la sicurezza dei lavoratori solo per il mero guadagno di pochi spiccioli".
Laura Natoli