Prato, 15 gennaio 2025 – Una lunga testimonianza nella quale ha rivissuto lo strazio della morte di quella giovane collega con cui aveva lavorato a fianco a fianco per due anni. Una testimonianza che più di una volta è stata interrotta dalle lacrime: un dolore che lo avrebbe portato a dimettersi dall’azienda subito dopo l’incidente. E’ ripreso ieri il processo per la morte di Luana D’Orazio, la giovane operaia (22 anni e mamma di un bimbo che all’epoca aveva solo 5 anni e mezzo) schiacciata dall’orditoio a cui era addetta, all’Orditura srl di via Garigliano a Montemurlo, il 3 maggio 2021. Il procedimento in corso è a carico del manutentore, Mario Cusimano, accusato dalla procura di essere il tecnico che fisicamente ha realizzato il bypass elettrico che ha disattivato tutti i sistemi di sicurezza della macchina, costato la vita alla ragazza. Cusimano, difeso dall’avvocato Melissa Stefanacci, ha sempre sostenuto di non essere stato lui a fare la manomissione e di non essere stato neppure l’unico manutentore chiamato in fabbrica per le riparazioni.
Nelle udienze precedenti sono stati sentiti altri colleghi della ragazza. Di fatto nessuno ha mai confermato chi sia stato a mettere le mani su quell’orditoio. Neppure Daniel Serci che ieri è comparso fra i testimoni. Serci era molto legato a Luana e una ventina di giorni dopo la tragedia decise di dimettersi dall’Orditura in quanto non avrebbe “retto” al dolore dopo la morte della ragazza. Di fatto, però, neppure lui ha saputo indicare chi abbia realizzato la manomissione. Un sacco di “non ricordo”, “non so”: la stessa linea tenuta dagli altri colleghi della ragazza.
Ieri, inoltre, sono stati acquisiti gli atti della Guardia di finanza: in particolare le fatture dei manutentori dell’azienda. Ci sono quelle di Cusimano, ma ci sono anche quelle di almeno altri due tecnici, fra cui un elettricista il cui nome, con una annotazione a penna, compare nel libretto di istruzioni dell’orditoio. Per la morte di Luana hanno già patteggiato la titolare, Luana Coppini (due anni) e il marito, Daniele Faggi ( un anno e mezzo), per omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautele antinfortunistiche. I due erano stati citati come testimoni ma i loro nomi sono stati depennati dall’elenco quando con il cambio di giudice. L’udienza è stata aggiornata a fine febbraio.