PATRIZIO CECCARELLI
Cronaca

Luana e quel contratto da mille euro al mese. L’inchiesta sarà anche una guerra di perizie

Morta in fabbrica: le indagini entrano nel vivo. La protezione dell’orditoio non era stata rimossa, ma soltanto alzata. Per quale motivo?

La protezione era alzata e la cellula di sicurezza non è entrata in funzione. E poi quel contratto di apprendistato della durata di cinque anni, che le permetteva di guadagnare fra i 900 e i 1100 euro al mese. Chi era il suo tutor, quello previsto dalla legge in caso di contratti da apprendista? Vanno avanti gli accertamenti dei tecnici del dipartimento dell’Asl per capire che cosa sia successo lunedì mattina nell’orditura "Luana" di via Garigliano a Montemurlo dove Luana D’Orazio, 22 anni, è morta stritolata dall’orditoio a cui era addetta. La dinamica della tragedia è al vaglio della procura che ieri ha nominato un perito per capire come sia stato possibile che il macchinario – un Karl Mayer di fattura tedesca – possa aver risucchiato l’esile corpo della ragazza senza bloccarsi e senza che nessuno si sia accorto di nulla. Per consentire gli accertamenti irrepetibili la Procura ha aperto un fascicolo a carico della titolare Luana Coppini, omonima della sua operaia morta, e di Mario Cusimano, 58 anni, tecnico manutentore esterno alla ditta, entrambi difesi dagli avvocati Alberto Rocca e Barbara Mercuri.

Le ipotesi di reato sono quelle di omicidio colposo e rimozione e omissione dolosa delle cautele antinfortunistiche. Gli inquirenti hanno sequestrato due macchinari, non solo quello che ha ucciso la povera Luana, mamma di un bambino di soli 5 anni, ma anche un altro uguale. I due apparecchi saranno confrontati e comparati per stabilire come funzionano e se ci possano essere stati malfunzionamenti nell’orditoio di Luana. Nel dispositivo di sopralluogo che la Procura ha affidato ai tecnici dell’Asl si parla di "rimozione" della protezione del macchinario. Protezione che in realtà non era stata rimossa o tolta, come ipotizzato inizialmente, ma che era stata semplicemente alzata. Ma chi l’ha alzata e perché? E’ stata la stessa Luana prima di restare impigliata nel rullo che l’ha stritolata? Era una prassi quella di tenere la protezione sollevata invece che in posizione di sicurezza, ossia abbassata in modo da proteggere l’operaio o l’operaia? E perché la cellula di sicurezza non è entrata in funzione proteggendo Luana da una fine drammatica? Sono tutte domande a cui le indagini dovranno dare risposta. E non solo. Trattandosi di un macchinario potenzialmente molto pericoloso, è prevista la presenza di un secondo operaio oppure no, soprattutto visto che Luana era un’apprendista? Tecnicismi da sciogliere per ricostruire la dinamica dell’incidente non essendoci testimoni oculari della tragedia. Al momento dell’incidente era presente solo un collega che, però, ha detto di essere stato di spalle e di non essersi accorto di nulla, di non aver sentito nessuna richiesta di aiuto, nessun grido. Nulla di nulla. Luana è morta da sola, senza che nessuno possa aver avuto il modo di intervenire per impedire che la macchina se la portasse via. "Tempo fa mi aveva raccontato di aver sentito la maglia tirare e di essersela subito infilata nei pantaloni – ha raccontato la mamma della ragazza, Emma Marrazzo – Mi aveva anche rassicurato dicendomi ’mamma non ti preoccupare, sto attenta’". Un campanello d’allarme c’era stato ma Luana lavorava in quella orditura da un anno e conosceva la macchina tanto che quando, tempo fa, aveva sentito la maglia tirare aveva avuto i riflessi pronti togliendola. Lunedì putroppo non ha avuto il tempo di mettersi in salvo. Tutte le parti hanno nominato i propri periti. La procura, la difesa (l’ingegner Piercarlo Molta) e la famiglia della ragazza. Ancora però le consulenza non sono cominciate. L’autopsia, invece, sarà fatta sabato all’ospedale di Pistoia. Lo ha reso noto il patrocinatore stragiudiziale Andrea Rubini, dello studio Gesi Group di Borgomanero (Novara), scelto dalla famiglia di Luana, che ha anche nominato come suo legale Daniela Fontaneto del foro di Novara. Il funerale, invece, dovrebbe svolgersi lunedì pomeriggio nella piccola chiesa di Spedalino, poco distante dalla casa della famiglia di Luana, che abita sulla via Pratese a Le Querci, al confine tra i comuni di Pistoia e Agliana. Il ministro del lavoro, Andrea Orlando, secondo quanto anticipato dalla famiglia, avrebbe annunciato la volontà di essere presente alle esequie.

Per quanto riguarda gli accertamenti tecnici, il patrocinatore Rubini ha spiegato che già dalla prossima settimana, probabilmente lunedì, sarà possibile accedere all’interno dell’azienda di Oste, per visionare il macchinario dove ha perso la vita Luana. "Noi – ha spiegato Rubini - abbiamo affidato a un nostro consulente di parte, l’ingegner Domenico Romaniello di Monza, l’incarico di presenziare alle operazioni periziali, più che altro per capire la meccanica dell’infortunio, perché secondo noi si è interrotto qualcosa all’interno della filiera. Qualcosa è saltato e non ha permesso al macchinario di entrare in modalità di blocco o comunque di sicurezza. Credo che riusciremo a ricostruire tutto esattamente. Se la famiglia poi lo vorrà, appena concluse le indagini, sarebbe opportuno far capire esattamente la meccanica di questo sinistro, per dare modo, visto che questa è una zona a vocazione tessile, che altri incidenti come questo non si ripetano".

Patrizio Ceccarelli

Laura Natoli