Prato, 30 maggio 2021 - Due novità nella vicenda di Luana: il suo tutor aziendale si è dimesso dall’orditura in cui è avvenuto l’incidente mortale e le perizie tecniche effettuate sul macchinario che ha ucciso la giovane operaia hanno svelato che furono le fotocellule disattivate a impedire che la griglia di sicurezza si abbassasse. Ma partiamo dal tutor di Luana, uno dei dipendenti dell’orditura di Montemurlo in cui il 3 maggio scorso l’operaia ventiduenne ha trovato la morte. Dal giorno dell’incidente l’uomo non si è più ripreso. La pressione e lo choc sono stati insormontabili.
E così il caporeparto della campionatura dove lavorava Luana, che aveva anche il ruolo di tutor della ragazza, qualche giorno fa si è dimesso dall’azienda. E’ lui che la stessa Luana tira in ballo nel messaggio vocale inviato su Whatsapp al fidanzato pochi giorni prima di morire. «E’ andato via alle 15.30 ed è tornato alle 18, poi ci ha detto di mettere su una tela sapendo che ci vogliono due ore. Se n’è andato di nuovo», si sfogava la ragazza nel vocale in mano ai consulenti della famiglia di Luana. E’ lo stesso audio in cui Luana si lamenta di un macchinario (non è specificato quale) che «è mezzo tronco» e «va pianissimo». L’uomo nei giorni scorsi è stato sentito in Procura come persona informata sui fatti insieme agli altri colleghi di Luana. Le attenzioni della Procura, intanto, si stanno concentrando sulla ricostruzione della dinamica dell’incidente. Ed emergono nuovi particolari sul sopralluogo di mercoledì scorso. Ad esempio, in quell’occasione è stato appurato che il cancello di protezione dell’orditoio era collegato a una fotocellula che però era stata disattivata. Tant’è che quando, sempre mercoledì, la fotocellula è stata riattivata dai periti, il cancello di protezione si è regolarmente abbassato come avrebbe dovuto fare anche il 3 maggio. Come e quando sia stata disattivata la fotocellula resta però da stabilire.