Prato, 5 maggio 2021 - Sono tutti sotto choc per la tragica morte di Luana D’Orazio, operaia di 22 anni, madre di un bimbo di 5 anni, schiacciata da un’orditrice nell’azienda tessile di Oste di Montemurlo in cui lavorava da oltre un anno. Sotto choc la comunità di Montemurlo, sotto choc Agliana dove Luana viveva con i genitori e il fratello, sotto choc il distretto tessile di Prato che registra in pochi mesi la seconda morte di un operaio dopo quella di Sabri Jaballah, anche lui 22 anni, anche lui schiacciato da un macchinario in fabbrica. E commozione crescente in tutta Italia, dove la tragedia di Luana ieri ha continuato ad occupare buona parte del dibattito pubblico, tornato ad occuparsi del lavoro, della sicurezza sui luoghi di lavoro, delle morti causate dal lavoro. Una specie di risveglio delle coscienze.
L'indagine
L’Orditura Luana, azienda che con l’operaia uccisa condivide il solito nome, ieri era chiusa. Macchine ferme, in uno strano silenzio interrotto solo da una seconda ispezione dei tecnici del dipartimento della sicurezza dell’Asl, che stanno lavorando per ricostruire la dinamica dell’incidente e capire che cosa non ha funzionato. Perché il dispositivo di sicurezza dell’orditoio non è entrato in funzione, bloccando il ruotare del subbio che invece si è trascinato dietro Luana? Due i macchinari posti sotto sequestro: quello che ha ucciso l’operaia e un altro, simile al primo, presente nella stessa azienda. Verrà usato per effettuare un raffronto e valutare le differenze di funzionamento. Un’indagine delicata, che passerà in gran parte dai riscontri tecnici, e le cui prime risultanze sono state consegnate ieri al procuratore Giuseppe Nicolosi e al pm Massimo Petrocchi. Che intanto hanno provveduto a iscrivere nel registro degli indagati la titolare dell’orditura (difesa dall’avvocato Alberto Rocca) con l’ipotesi di reato di omicidio colposo. "Siamo al lavoro per capire se e cosa non abbia funzionato nel macchinario, compresa la fotocellula di sicurezza. Abbiamo ricevuto i rilievi e nelle prossime ore nomineremo dei periti per gli accertamenti tecnici sui documenti raccolti dalla polizia giudiziaria", ha spiegato Nicolosi. "Speriamo di poter eseguire presto anche l’autopsia sul corpo della giovane - ha aggiunto - per cui abbiamo già dato mandato".
La politica
Da una parte l’inchiesta, dall’altra le reazioni della politica, a tutti i livelli. A partire da quelli più alti. Tanto che ieri mattina un apertura dei lavori delle commissioni Lavoro e Affari costituzionali del Senato, i parlamentari hanno commemorato Luana e sollecitato l’avvio dei lavori al Senato della commissione monocamerale di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, votata all’unanimità più di un anno fa dall’aula di palazzo Madama. Le commissioni riunite hanno chiesto ai presidenti delle due commissioni, Matrisciano e Parrini, di farsi portavoce della richiesta presso la presidente Casellati. Mentre il mi nistro del Lavoro Andrea Orlando ieri pomeriggio ha ricevuto la delegazione Anmil guidata dal presidente nazionale Zoello Forni per fare il punto sulle questioni più critiche in materia di tutela delle vittime del lavoro e sulla prevenzione, a partire dall’urgenza di dare seguito ad una profonda e generale revisione del Testo Unico in materia di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e malattie professionali. A intervenire sul tema è stato anche l’ex presidente del consiglio Giuseppe Conte, che ha ricordato come la tragedia di Luana non possa lasciare indifferenti e rilanciato l’idea di riscrivere lo Statuto dei Lavoratori del 1970. Fra i tanti commenti anche quello del leader della Lega, Matteo Salvini: "Sicurezza sul lavoro, controlli a tappeto, rispetto delle regole: altro che festa dei lavoratori", queste devono essere per tutti le priorità. Intanto sono state lanciate due raccolte fondi per la famiglia di Luana D’Orazio e soprattutto per il suo bambino rimasto senza mamma: la prima è del Comune di Montemurlo, la seconda dell’Anmil. i