Quella di oggi avrebbe dovuto essere un’altra giornata cruciale nell’inchiesta sulla morte di Luana. Ma un imprevisto dell’ultim’ora ha invece costretto a rimandare il terzo sopralluogo all’interno della fabbrica tessile in cui la giovane operaia ha trovato la morte. Si allungano i tempi per concludere la perizie sull’orditoio che ha ucciso Luana D’Orazio, 22 anni, operaia e madre di un bambino di 5, che ha perso la vita mentre lavorava nell’Orditura srl di via Garigliano a Oste di Montemurlo. Solo la prossima settimana il consulente nominato dalla procura e i tecnici incaricati dalle parti torneranno all’interno dell’azienda per effettuare ulteriori verifiche sul macchinario che non ha lasciato scampo alla ragazza che sognava di diventare un’attrice mentre cercava di dare un futuro al figlio con il duro lavoro nella fabbrica tessile. Per la terza volta i periti avrebbero dovuto recarsi oggi sul posto della tragedia, dopo che l’orditoio è stato riassemblato (i vigili del fuoco erano stati costretti a smontarlo per estrarre il corpo di Luana) e rimesso in funzione. Invece ieri sera il sopralluogo è stato rimandato.
Nel frattempo dall’orditoio è stata prelevata la scatola nera. Si tratta di un dispositivo che rappresenta il cervello del macchinario e che contiene preziose informazioni sul suo funzionamento. Ma decifrarne il contenuto non è facile. Per questo motivo la Procura ha deciso di fare svolgere questo lavoro ai tecnici della casa produttrice del macchinario, la Karl Mayer, che ha sede in Germania. Dunque la scatola nera è stata inviata all’estero dove il suo contenuto sarà attentamente decifrato da mani esperte. I risultati di questo lavoro saranno poi consegnati alla Procura e aiuteranno i magistrati a capire in quale fase della lavorazione sia avvenuto l’incidente mortale e a quale velocità andasse in quel momento il macchinario. Un tassello importante nella ricostruzione della vicenda che vede indagati per omicidio colposo e rimozione dolosa di cautele antinfortunistiche la titolare dell’orditura Luana Coppini, il marito di quest’ultima Daniele Faggi, ritenuto l’amministratore di fatto dell’azienda e il manutentore dell’orditoio, Mario Cusimano. Soltanto quest’ultimo è già stato ascoltato dalla Procura, mentre sale l’attesa per gli altri due indagati, che potrebbero essere interrogati la prossima settimana. L’interrogatorio di Cusimano si sarebbe concentrato soprattutto su domande tecniche il magistrato ha rivolto all’indagato, forse in attesa degli esiti dell’indagine e della perizia. Cusimano, come fa sapere l’avvocato Camerini, faceva riparazioni a chiamata e l’ultimo intervento sull’orditoio al quale lavorava Luana D’Orazio risalirebbe all’autunno 2020.
Due gli aspetti sui quali continua a concentrarsi l’attenzione dei magistrati. Il primo riguarda gli abiti indossati da Luana nel giorno della tragedia. ll secondo aspetto riguarda lo smartphone della giovane operaia.
Sara Bessi