REDAZIONE PRATO

Luisa la ciabattina, controcorrente a 20 anni

Ha affinato la sua arte iniseme al maestro Beppe nel laboratorio in via Santa Trinita. "Così salvo un mestiere che sta scomparendo"

Si chiama Luisa Luciano, ha 24 anni e ha deciso da un anno e mezzo di intraprendere il mestiere della calzolaia. Una scelta che va controcorrente, con la quale cerca di recuperare un mestiere storico ormai in abbandono. Vedere una ragazza che traffica intorno a suole, tomaie e gambetti è un evento più unico che raro.Tutto per lei ha inizio durante i mesi del lookdown durante i quali Luisa, a casa, rinnova la sua vecchia passione per l’uncinetto fabbricando sandali in cordino.

Si tratta di modelli rudimentali, realizzati coi materiali e le conoscenze che già possiede. Comincia poi a recarsi nella storica bottega ‘Caputo’ in via Santa Trinita dove Giuseppe Siciliani, il titolare, risuola le sue scarpe. Luisa è curiosa e osserva le mani esperte di Beppe muoversi, tagliare la suola e imbroccare la tomaia. Così un giorno, nel maggio dell’anno scorso, è lo stesso calzolaio, che accogliendo nuovamente la ragazza in laboratorio, le propone di rimanere e rifinire insieme la scarpa. Dopo ore di lavoro, Beppe e Luisa creano i loro primi sandali: "Ero emozionatissima, li avrei indossati subito se fuori non fosse stato ancora freddo". Così nasce l’amore di Luisa per questo antico mestiere, ormai sempre meno diffuso. E nasce anche il suo legame con quella piccola bottega: qui il caos sembra farla da padrone, ma in realtà ogni cosa, ogni singola ciabatta trova un suo scaffale. "Mi piace entrare e sentire l’odore del cuoio, toccare la consistenza dei pellami, della gomma", racconta. Beppe le ha insegnato i trucchi del mestiere: come manovrare la pressa, come creare la forma della scarpa, come assemblare le parti. Il ‘maestro’ infatti è calzolaio da oltre quarant’anni, lui ha imparato a sua volta dallo zio, il Caputo sull’insegna della bottega, che aprì a Prato negli anni Cinquanta. Luisa è grata a Beppe per gli insegnamenti e per la sua accoglienza. Inoltre, spiega, ha sempre avuto una propensione innata per tutto ciò che riguarda la creazione e la trasformazione dei materiali: l’artigianato appunto. Ha imparato l’arte dall’uncinetto dalla nonna e poi con il tempo se n’è interessata sempre di più: "Sin da piccola compravo libri e guardavo video. Ero autodidatta". Oggi Luisa lavora indipendentemente alle sue creazioni: sandali, zoccoli, ma anche sciarpe e borse. Dopo un periodo di formazione con Beppe è infatti diventata lavoratrice autonoma. Ha abbandonato la carriera universitaria per fare la ’ciabattina’, come lei stessa si definisce. "Penso che sia stata una scelta coraggiosa": a Luisa brillano gli occhi mentre parla del suo lavoro.

Certo non è semplice decidere di lanciarsi in un mercato, quello manifatturiero, che negli ultimi decenni ha subito una drastica crisi. Ma Luisa non può che essere felice, i clienti sono soddisfatti delle sue opere e lo è anche lei: "Molti si presentano senza un’idea precisa, allora con calma studiamo insieme la forma e i colori. Ogni mio pezzo è unico, non si può replicare, e questo per me è il valore più importante racchiuso in queste scarpe". Che sia questo il principio di una nuova stagione per l’artigianato, sempre più popolato dai giovani? Le mille creazioni di Luisa sono ora esposte nel negozio di via Santa Trinita e nella ’vetrina’ virtuale di instagram al profilo lizzie___art. Realizza scarpe speciali fatte su misura, di cui innamorarsi ogni giorno di più.

Giulia Monastra